domenica 4 novembre 2012

Il titolo trovatelo voi, io vado a letto

Questo post è diverso da quelli che ho scritto finora, lo sto scrivendo di getto dalla camera di albergo in cui mi trovo stasera (domani lavoro, ogni tanto tocca).
Devo scrivere, mi serve, ne ho bisogno, è un modo per elaborare magari non i traumi perché non son cose così drammatiche, ma tutto quell'insieme di cose che ti capitano e ti fanno arrivare a fine giornata che ti sembra di aver tutte le ossa rotte, le spalle che scrocchiano indurite dalla tensione, la mandibola rigida, insomma, sono uno straccio.
Ieri pomeriggio ho deciso di partire in treno invece che in auto, principalmente perché mi hanno informato che l'albergo in cui dormirò martedì sera è di fianco alla stazione di Milano Centrale e, non so voi, ma quando io immagino un girone infernale coi suoi bei dannati sparsi tutt'intorno intenti a dannarsi, non è un quadro tanto diverso da quello dellle strade intorno a Milano alle sette di sera.
Il pensiero di dover guidare da Novara fin nel centro di Milano mi faceva coagulare il sangue quindi...a me treno!
Ovviamente quando decidi all'ultimo momento non hai molto da scegliere quindi oggi ho cambiato tre treni, uno più bello dell'altro. Anch'io però ci ho messo del mio: arrivata in stazione a Bologna ho visto che il mio treno per Milano partiva dal binario 3ovest quindi, dopo aver comprato qualche panino, ho seguito le indicazioni lungo il sottopassaggio e dopo aver fatto un giro dell'oca sono approdata davanti a un binario con scritto 3. Tutto regolare, sono salita e mi sono seduta su una panchina per consumare il mio frugale pasto; dopo un po' mi sono resa conto che il panorama di cui godevo mi era molto familiare (strano, ai binari ovest non vado mai...). C'è voluto poco per capire che ero al binario 3 normale, a forza di giri assurdi mi ero persa.
A questo punto è inutile trovare delle attenuanti, non si può dire che ho delle difficoltà di orientamento, che in termini di localizzazione sono diversamente abile, la verità è che sono invornita e quando vado in giro mi dovrebbero dare l'accompagno.
Comunque per fortuna c'era ancora tempo e il treno alla fine l'ho preso.
Seduta dall'altra parte del corridoio c'era una ragazza piena di valigie, incluso un boh, violoncello? nella sua bella custodia che ovviamente teneva il posto di una persona. A tutti quelli che arrivavano lei spiegava, scusandosi, che con il controllore aveva provato a metterlo sul porta pacchi ma non ci stava e quindi... A un certo punto è arrivata una signora, o meglio, una viaggiarice, che ha fatto il diavolo a quattro perche questa ragazza occupava troppo posto e ha rotto fino a che è riuscita a sedersi,obbligando la ragazza a tenere lo strumento in piedi nel corridoio dove dava danno a chiunque passasse. A quel punto delle quattro persone sedute nessuna riusciva a muoversi, erano assolutamente incastrate. Tempo un quarto d'ora e l'ineffabile viaggiatrice si alza e chiede di farla passare perché....deve scendere. Giuro, è scesa dopo un quarto d'ora. Gli sguardi increduli si sprecavano, lei però non ha fatto una piega (ma forse quello era il botulino).
L'ultimo treno ha dato il massimo: ero appena salita quando è saltata la corrente, poi è partito, ha fatto dieci metri è si è fermato; dopo un po' è ripartito e poco dopo si è fermato in un luogo isolato, era buio e pioveva, per fortuna non è saltata la corrente altrimenti era da panico.
Insomma alla fine scendo dal treno con trenta minuti di ritardo, fuori diluvia e mi tocca prendere un taxi perché questo benedetto albergo è a casa di dio ma evidentemente nella casa di campagna di dio, quella persa nel nulla. Il tassista mi toglie anche il sangue ma almeno sono finalmente arrivata.
Prendo la chiave della camera e vado verso l'ascensore, che è uno di quei cosi tutti in metallo con le porte in metallo degli anni sessanta che si vede che in quegli anni non c'era la claustrofobia perché è piccolissimo, ci sto io con la valigia e basta. Arrivo in camera e la camera è come l'ascensore ma non importa mi dico, ci devo solo dormire un paio di notti.
Però
Però
Disfo la valigia e apro l'armadio per sistemare i vestiti: non c'è un appendino per i pantaloni, ci sono sei grucce ma nessuna ha la barra orizzontale per i pantaloni, per cui i pantaloni finiscono sulla sedia, se domani qualcuno nota le pieghe, diro che è il nuovo effetto crease.
Il cellulare è scarico quindi tiro fuori il caricatore e cerco una presa; non ci vuole molto a scoprire che l'unica presa in tutta la camera è in bagno quindi mi rassegno e telefono a Rico seduta sul water. Per fortuna il cavo di alimentazione del pc mi pernmette di arrivare almeno al letto, altrimenti anche questo post l'avrei scritto sul water.
Al telefono mi sono beccata un cazziatone da Rico perché per cena questa sera ho comprato solo cracker, fonzies e m&ms in stazione; in effetti non è una gran cena quindi guardo tra le informazioni dell'albergo per vedere gli orari del ristorante, potrei mangiare un'insalata...peccato che per misteriose ragioni il ristorante sia aperto solo dal lunedì al giovedì e oggi sia domenica. Vabbè, vediamo cosa c'è nel minibar. Apro lo sportellino e, a questo punto, mi aspetto perlomeno che il frigo sia vuoto ma invece non c'è neanche il frigo, c'è il vuoto e poi il muro, come se qualcuno si fosse fregato il frigobar.

Credo di non aver dimenticato niente, adesso scusate ma vado a letto, è stata una giornata intensa.


2 commenti:

  1. se non c'è il frigo ci dovrebbe essere una presa libera!

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  2. Sono entata con la testa nel mobile del fu frigobar ma di prese non v'è traccia, avranno rubato anche quelle insieme al frigobar...

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