mercoledì 19 settembre 2018

Disegno Brutto, perché no?

Sabato scorso si è tenuto a Cesena  un evento organizzato da TEDxCesena sul tema dei rifugiati a cui ho partecipato come interprete.
L'esperienza del TEDxCesena è stata molto positiva e quello che ho sentito mi ha dato parecchio da riflettere, però non è di rifugiati che vorrei parlarvi oggi.
L'incontro è iniziato con un piccolo workshop di Disegno Brutto di Alessandro Bonaccorsi, che purtroppo non ho potuto seguire perché la nostra cabina era in una stanza separata; ricordo però di aver sentito l'inizio, quando Alessandro raccontava che quando un bambino si accorge di disegnare male rispetto agli altri, semplicemente smette di farlo e quindi si nega la possibilità di migliorare in futuro.
Una volta finito il lavoro di traduzione, mentre si svolgeva la seconda parte del workshop di disegno brutto, commentavo con Omar e Silvia quanto fosse vero quanto detto da Alessandro: io che da piccola con una matita in mano non sapevo fare altro che teste grosse e dita tozze, non ho più disegnato da allora. E anche adesso non mi verrebbe mai in mente di iscrivermi a un workshop di disegno ma, quando ho letto il titolo: Disegno Brutto, ho pensato che quello era un corso che avrei potuto fare anch'io.

Però, pensandoci bene, anche quando ho iniziato a giocare a pallavolo non ero capace ma in quel caso tutti mi dicevano che con l'allenamento si migliora e così è stato.
Perché nessuno l'ha pensato per il disegno?
E mi torna in mente anche quello che mi diceva la logopedista anni fa, che nessuno è condannato a essere stonato per sempre, ci sono solo persone più o meno portate, però tutti possono migliorare.
Eppure mia mamma mi ha raccontato che da piccola, quando nel coro si sono accorti che non cantava bene, le hanno detto di smettere di cantare ed è finita lì.
Chissà perché pensiamo che in certe aree possiamo migliorare, evolvere; quando però si tratta di attività "artistiche" allora no, non puoi andare oltre quello con cui nasci. Un po' una condanna al silenzio artistico per tanti.
Mi viene in mente il verso di  una canzone di Eloisa Atti:

Volevo disegnare l'arcobaleno
ma avevo solo il nero
avevo solo il nero

Che fare? Non so voi, io mi sa che andrò a vedere quando c'è il prossimo corso di Disegno Brutto dalle mie parti; se si tratta di disegno brutto, al momento posso battermi con i migliori e in futuro poi chissà, il mio arcobaleno potrebbe recuperare i suoi colori.

venerdì 7 settembre 2018

Corri Cesena, corri

Alle ore 20.15 di mercoledì  scorso mi trovavo insieme a mia mamma in Piazza del Popolo a Cesena, per partecipare a una camminata alla scoperta delle mura della città.
In piazza si era già radunata una discreta folla e quindi, dopo un breve discorso di presentazione, che non sono riuscita a sentire causa lontananza e vicini casinisti, gli organizzatori sono partiti, seguiti a ruota da un'orda di camminatori.
Non ci è voluto molto per capire che la velocità di crociera impostata dai capofila era eccessiva. A pochi minuti dalla partenza, un bambino è inciampato rovinando al suolo e solo il fatto di trovarsi a lato del gruppo l'ha salvato dall'essere calpestato dalla folla marciante.
Per tutta la prima parte del percorso, nella mia testa è frullata sempre la stessa domanda: che senso ha fare un giro delle mura se non riesci neanche a guardarti intorno, costretta a tenere sempre gli occhi fissi a terra, onde evitare di inciampare e sfracellarti al suolo?
Dopo qualche minuto di maratona mi sono ricordata di quella volta che partecipai a una delle camminate di Cesena cammina (lodevole iniziativa, beninteso) qualche anno fa; la situazione era identica, non facevo che pensare: Ma che fretta c'è? In fondo è Cesena Cammina, mica Cesena Corre!
Per fortuna, quando si trova in situazioni difficili, l'essere umano sa reagire con ironia: di lì a poco tra le persone intorno a noi si sprecavano le battute sul tema:

- Ma perché corrono così? Che fretta hanno?
- Per me gli hanno detto che all'arrivo c'è il buffet gratis.
- Probabile, porchetta e Franciacorta.

-Per favore non illudete il Popolo, se quando arriviamo non trovano niente, rischiamo la
sommossa.
- Che abbiano il parchimetro che scade?

La mia preferita l'ho sentita una volta arrivati a Porta Santi, di fronte a una brevissima ma ripida salita:

- ma non avevano parlato di percorso pianeggiante? 
Questo cos'è, il Pordoi?

Tutto sommato, è stata un'oretta divertente, mi sono fatta parecchie risate e anche due passi, che non fanno mai male. La salute innanzitutto.

Veni, vidi e siamo a posto così.