sabato 8 dicembre 2012

Il Faro di Alessandra

Quella che state per leggere è la rivelazione di un terribile segreto il quale però, come tutti i terribili segreti, se poi non lo riveli a qualcuno che gusto c'è?
Dovete sapere che, da un po' di tempo a questa parte, la tribù a cui appartengo si ritrova puntualmente ogni anno per condividere un momento di comicità irresistibile, una di quelle esperienze che ti riconciliano col mondo e ti permettono di guardare al futuro con rinnovato entusiasmo pensando che, in effetti, a questo punto non si può che migliorare.
Come da tradizione, anche quest'anno ci siamo ritrovati davanti al cinema all'ora X e ci siamo messi in fila per acquistare i biglietti. La scelta del mercoledì era obbligata: va bene la terapia del buonumore ma spendere più di 6,5 euri non era proprio pensabile; per dirla tutta, io e la Piraccia avevamo proposto di aspettare qualche settimana e andare al cinema a Gambettola dove, essendo la pellicola in seconda visione, avremmo pagato solo 3,5 euri, potendo quindi scialacquare il resto in loverie (niente popcorn né patatine però, in casi come questo i dialoghi sono sacri) ma la folla ci aveva ributtato a valle, c'era forte bisogno di comicità, non si poteva attendere oltre.
Ci tengo a precisare che la Piraccia si univa a noi per vivere questa esperienza per la prima volta  ma ho come avuto l'impressione che non fosse particolarmente elettrizzata all'idea. Con il senno di poi mi dico che, forse, avremmo dovuto facilitarle le cose e organizzarci in modo da non lasciarla seduta proprio di fianco alla Zoffoli che notoriamente al cinema passa la metà del tempo a chattare col cellulare e tu nel buio della sala ti ritrovi accanto il Faro di Alessandria (ribattezzato Faro di Alessandra) ma confesso che, presi da mille piccoli imprevisti, non ci abbiamo proprio pensato.

* Prima di procedere, un amichevole avviso a chiunque non abbia ancora visto le varie puntate della saga di Twilight (e per ragioni sue le voglia vedere): non proseguite a meno che non siate come mia mamma che legge prima la fine dei libri così dopo può continuare senza avere l'ansia di sapere come va a finire.
Tornando al film, concordo sul fatto che nella visione di qualsiasi opera lo spettatore gioca un ruolo fondamentale e deve metterci del suo (per esempio lavorando sodo sulla sospensione dell'incredulità); però quando quelli del casting remano contro, è veramente dura.
Facciamo un esempio: dopo averti martellato il cervello fino alla nausea con sta storia che i vampiri sono bellissimi perché devono attrarre le loro prede umane, ti trovi davanti questa neonata che è per metà vampiro e quindi dovrebbe essere perlomeno emi-gnocca, mentre invece pare la figlia dello Scrondo; di fronte a cotanta evidenza i dubbi spuntano come funghi e, dato che mater semper certa, ti scopri a scambiare occhiate significative con i vicini  mentre dal tuo pugno chiuso s'innalzano indice e mignolo nell'universale gesto. Chiaro che, a questo punto, tutta la tensione romantica è andata a farsi benedire e l'unico obiettivo dei minuti successivi è scoprire chi sia il vero padre della creatura, praticamente una puntata di Beautiful.
Riflettendoci però ti rendi conto che non è la prima volta che quelli del cast si fanno una canna, basta pensare al pater familias (Mr Cullen) il quale, a detta della protagonista, è l'uomo più bello mai comparso sul pianeta, peccato che poi abbia la faccia di Peter Facinelli il quale, lasciatemelo dire, sarà pure un bravo attore ma la coppa del super-fustacchione in questo universo non la vincerà mai.
E' in questi casi che si riconosce lo spettatore flessibile, quello che perdona lo scivolone e tiene duro, d'altra parte è anche vero che la riga da qualche parte la devi pur tirare e gli autori in questo caso non ti rendono le cose facili; nell'ultimo episodio infatti la trama prevede l'entrata in scena di molti vampiri accorsi in aiuto dei nostri eroi minacciati dai temibili Volturi (adesso guardate la foto e ditemi se non sembrano i fratelli poveri di Michael Bolton) solo che tra i marmorei soccorritori si annoveravano purtroppo alcuni parenti stretti di Cip e Ciop e a quel punto la sospensione dell'incredulità è ormai salpata a vele spiegate per i mari del Sud. C'erano pure il vampiro Diavolina che sparava fuoco dalle dita e quello che manipolava gli elementi creando pareti d'acqua, pareva quasi uno spin-off di X-Men, ma con dei truccatori un po' così.
Indimenticabile il momento eroticomico, quando l'uomo lupo di punto in bianco e senza alcuna motivazione logica si è tolto la maglietta (per mostrare i pettorali scolpiti, un'ormai consolidata tradizione della saga) e buona parte del pubblico è scoppiata a ridere, come se fosse stata in attesa proprio di quella gag.
Tra gli altri episodi degni di nota ricordiamo il gran finale con lo scontro vampiresco in cui la terra innevata si squarcia e al di sotto compare la lava incandescente, cosa che però non turba più di tanto la neve la quale persiste tenacemente in barba a ogni legge della fisica, mentre  i vampiri sul campo di battaglia cadono come le mosche, questa volta in barba alla trama del libro; per un attimo le quotazioni dello sceneggiatore schizzano alle stelle ma ovviamente non dura e si scopre che trattasi di una visione della solita vampira che vede il futuro ipotetico, un po' come quella volta che Pamela si sveglia e un'intera serie di Dallas finisce giù per lo sciacquone. Il chiaro e distinto movafangulo! che è risuonato in sala avremmo voluto dirlo tutti.
Non riuscendo a farmi coinvolgere dalla trama per i motivi di cui sopra, ho iniziato a pormi tutta una serie di domande a cui non ho trovato risposta: ma se sei un vampiro millenario, i capelli non ti crescono più? In quel caso, se ti mordono che hai un taglio di capelli che fa orrore te lo tieni per l'eternità? Alla faccia della dannazione, passare tutta l'eternità che ne so, col taglio di Dolly Parton. Certo che se vivi per secoli e secoli puoi anche investire qualche anno e andare a fare un corso professionale da parrucchiere così te li sistemi da solo, tanto cos'altro hai da fare?
La conclusione ha riservato anch'essa qualche perla: una volta sconfitti i cattivi il bello e la sua bella si ritrovano da bravi cuoricioni nel luogo romantico per eccellenza della saga: il prato in fiore. Immaginate l'atmosfera soffusa da sogno fatato, loro due soli, occhiate zuccherose in ogni dove. E' a questo punto che lei lo guarda sognante con gli occhi da Bambi e gli dice: "Ti faccio vedere una bella cosa".
Adesso ditemi voi: era proprio l'unica frase possibile? Nell'intero arsenale della lingua italiana non c'era un'altra opzione?


P.S. A riprova del fatto che viviamo in un mondo molto vario, l'Albertini a fine proiezione mi ha rivelato che la sua vicina di posto a un certo punto si è commossa.

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