Sono le cose che non ti aspetti quelle che davvero lasciano il segno, quelle che come diceva Shirley MacLaine in Tutte le ragazze lo sanno, "ti colpiscono al di sotto della tua percezione".
Siamo stati invitati per una merenda-cena a casa dell'Elisa e Gianluca e, come sempre, avendo preso le cose con un po' troppa calma siamo arrivati tra gli ultimi (per una volta non proprio gli ultimi, grazie Claudia e Filippo).
Il primo problema si è presentato appena parcheggiata la macchina, la casa di fronte a noi aveva due campanelli diversi e non era chiaro quale dovessimo suonare. Ci siamo avvicinati al primo campanello ma una rapida occhiata non ha fornito alcun indizio, "Sarà questo?" ho chiesto dubbiosa a Rico. Prima che potesse rispondere, una voce che pareva venire dall'oltretomba ha squarciato il silenzio: "Entrate da qui, poi girate intorno alla casa" Poltergeist, Non aprite quella porta e Mary Poppins, tutto insieme.
Appena varcata la soglia si è chiarito il mistero: avendo scoperto che il campanello non funzionava (c'era chi era rimasto fuori per parecchio), l'eroico padrone di casa se ne stava attaccato al videocitofono in attesa degli ospiti.
Dopo il rituale scambio di auguri con tutti gli amici e parenti presenti abbiamo preso posizione intorno al tavolo dei dolci con una tazza di cioccolata calda in mano mentre la chiacchiera dilagava.
Dato l'alto numero di bambini presenti, i padroni di casa avevano organizzato una tombola e preparato alcuni premi (rigorosamente per i bambini, noi vecchi siamo sempre discriminati); io ovviamente non mi sono lasciata sfuggire l'occasione di liberarmi di uno dei premi più orrendi che mi erano rimasti attaccati dall'ultima tombola degli orrori che si era tenuta a casa nostra la vigilia di Natale.
Ci tengo a precisare che la sottoscritta in quell'occasione aveva goduto del favore degli astri, non vincendo alcun premio, peccato che una certa altra persona che non stiamo a nominare avesse vinto la qualunque (vedi foto); a questo si aggiunge il fatto che alcuni lestofanti proprio prima di andarsene avevano imboscato i premi vinti un po' ovunque. Il premio che mi accingevo a sbolognare era stato scoperto appeso allo specchietto laterale della mia Fiesta: una deliziosa collana con pendente, il pendente essendo il cambio di una bicicletta. Molto Mad Max.
Una volta archiviata la tombola (l'ambito pendente è andato alla padrona di casa) ho raggiunto Rico che stava facendo un solitario con le carte romagnole e così, per divertirmi, mi sono offerta di leggergli le carte con un metodo assolutamente infallibile insegnatomi alcuni lustri fa (non diciamo quanti) da una compagna alle elementari.
Il metodo è così strutturato: io mescolo le carte mentre colui (o colei) a cui leggo le carte pensa a quella che gli piace (metodo delle elementari). Successivamente il colui di turno alza il mazzo e io lo ricompongo pronunciando la magica formula: corno, bicorno, tricorno. Compiuto l'indispensabile rituale scopro le carte due a due e, se escono due carte uguali, le metto da parte per poi interpretarle. Il tutto va ripetuto tre volte, un metodo chiaramente a prova di bomba.
Ho iniziato la lettura e dopo un po' qualcuno si è avvicinato per ascoltare. "Ma sai leggere le carte?" mi hanno chiesto. Io ho risposto ridendo che mi stavo inventando tutto eppure, poco a poco, si sono avvicinati altri e mi hanno chiesto di leggere le carte anche a loro; era iniziata come uno scherzo ma ho avuto come l'impressione che in qualche modo quello che stavo dicendo potesse essere preso sul serio, nonostante io continuassi a ripetere che era una roba che facevamo alle elementari.
Dopo l'ennesima lettura in cui un cinque di coppe è stato in grado di infiammare gli animi, mi sono
sentita chiedere ancora:"Ma dici sul serio?!" Al che ho sgranato gli occhi e ribattuto."Ma no! Me lo sto inventandooo!!"
Allora le cose sono due: o io ho un enorme potenziale come cartomante oppure il bisogno di sapere qualcosa del futuro è più forte di quanto pensassi. Tutto considerato, tra le due preferisco la prima, d'ora in poi chiamatemi Estrema Veggenza.
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