È un martedì sera e me ne sto accoccolata sul divano facendo zapping tra i canali del digitale terrestre quand'ecco che capito su Rai 4 e così, senza alcun preavviso, mi trovo ad assistere alla prima semifinale di Eurovision, uno di quegli eventi planetari che però in Italia non se lo è mai zuzzato nessuno.
La cronaca in italiano dell’evento è affidata al team di Caterpillar quindi ci sono tutte le premesse per una serata divertente.
Gli spettatori italiani inviano caterve di tweet che, pur comparendo in basso sullo schermo, risultano illeggibili causa caratteri troppo piccoli però ogni tanto vengono letti ad alta voce e si rivelano delle vere perle.
Sfortunatamente la diretta è iniziata già da un po’ quindi i primi quattro concorrenti ce li siamo persi ma tra gli altri dodici c’è di che commentare:
a) La Russia è rappresentata da due gemelle bionde coi capelli intrecciati assieme che poco a poco si sciolgono, sembra una pubblicità di Pantene.
b) La concorrente della Moldavia pare sempre sul punto di dire “Io ti spiezzo in due” ed è vestita come una comparsa di Xena, oltre ad essere circondata da quattro ballerini vestiti color carne che si agitano e roteano follemente.
c) La tipa ucraina è un zinzinino vistosa ma la coreografia le ruba prepotentemente la scena per mano dell’Uomo Criceto (così battezzato da Caterpillar); trattasi di un individuo che, per motivi che ci sfuggono, corre all'interno di una ruota gigante e ovviamente nessuno ti si fila mentre canti se dietro di te c’è quest’uomo che rotola furiosamente, l’unico modo per batterlo sarebbe farti esplodere.
d) Dall’Islanda arrivano i Pollaponk, un gruppo coloratissimo che evidentemente non ha pagato il pizzo alla regia perché le loro inquadrature sono totalmente insensate, mentre subito dopo alla tipa dell’Azerbaijan con la sua trapezista lassù per aria fanno delle gran inquadrature ad effetto.
e) Susy del Portogallo si presenta con un body color carne e rosso fuoco che la fa sembrare una pattinatrice olimpica. Enormi tamburoni alle sue spalle, ballerini con canotta a rete e percussionista ossigenato, a torso nudo e tatuato ovunque. Una cosina raffinata.
f) Dall’Olanda arriva un duo che secondo quelli di Caterpillar è troppo ricercato; sicuramente arrivando dopo il percussionista a torso nudo chiunque sembrerebbe un lord inglese. Si mormora e tweetta che il pezzo sia un plagio di every breath you take; come in ogni concorso che si rispetti, l’ombra dello scandalo è sempre in agguato.
g) Arriva il concorrente dell’Ungheria accompagnato dalla presentazione esperta di quelli di Caterpillar: un bonazzo mica da ridere.
Uno degli aspetti che ho apprezzato di più in questo concorso è stato l’assenza degli interminabili siparietti con i vip tra una canzone e l’altra (vedi San Remo), la musica (bella o brutta) era sempre al centro della scena. Quelli di Caterpillar celebravano il fatto che la presentatrice non sparisse ogni tre minuti a cambiarsi l’abito (vedi sempre San Remo) però in questo caso, vista la coccardona che la tipa aveva su una spalla, forse UN cambio l’avremmo apprezzato.
Il più frequente visitatore della serata è stato l’effetto vento, che ha fatto la sua comparsa in quasi tutte le performance; confesso che in alcuni casi l’avremmo preferito molto più forte, tipo Bora, avrebbe liberato il palco più in fretta.
P.S. Alla fine della fiera confesso che mi sono divertita un sacco: più Eurovision per tutti!
P.P.S. Questo articolo è stato scritto per la mia rubrica L'angolo dell'Estrema Riluttanza su Stonehand Express
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