Stiamo attraversando un periodo di enormi cambiamenti, stravolgimenti epocali, mutazioni sociali, (aggiungere a piacere) e, comprensibilmente, ne abbiamo due balle così.
In questo delicato frangente, anche io voglio dare un mio contributo alla riduzione dello stress collettivo, affrontando una spinosa questione: le parole al femminile.
Da parecchi mesi mi sfrantumate le orecchie e gli occhi con tutte le possibili ragioni per cui:
a) le parole sindaca, ministra, avvocata ecc, devono essere adottate, pena il crollo della società per come la conosciamo,
b) le parole sindaca, ministra, avvocata ecc, se utilizzate porteranno al crollo della società per come la conosciamo.
Sono qui in trepidante attesa che vi diate una calmata e prendiate una decisione ma, lo sappiamo, decidere spesso scoccia, perché decidere quando possiamo andare avanti a scannarci allegramente per i secoli a venire?
Nel mio caso la necessità di una soluzione urgente è dovuta a una difficoltà di tipo professionale: immaginate un tizio X che sta tenendo un discorso (e che io devo tradurre in inglese) e dice ad esempio:
"Il mio progetto ha ricevuto l'approvazione dell'assessore Rossi e del suo consulente legale", essendo assessore una parola maschile io quel SUO devo tradurlo al maschile, poi magari dopo qualche minuto si scopre che l'assessore in questione è una donna e mi tocca iniziare a usare il femminile, con comprensibile confusione del pubblico straniero di fronte a questi repentini cambi di sesso. Neanche a Casablanca.
Per uscire da questo impasse che rende la mia vita più difficile di quanto meriterei, mi sento di farvi una proposta, diciamo diagonale: per quanto mi riguarda, potete passare i prossimi millenni a sviscerare i più reconditi anfratti della questione assessorasindacaministra, la cosa francamemte mi rimbalza; nel frattempo, però, onde evitare di farmi uscire di senno, potreste cortesemente usare in modo corretto almeno l'articolo?
Perché se io sento LA sindaco, so per certo che si tratta di una donna e la mia vita è più semplice e felice.
Se arriviamo a usare gli articoli giusti, poi chissenefrega di come finisce la parola, il mio obiettivo è raggiunto.
In fondo ci vuole poco per far fare un piccolo passo avanti all'umanità e, soprattutto, uno molto più grosso alla mia qualità della vita.
A buon rendere.
Nessun commento:
Posta un commento