Quando metti su casa hai un sacco di roba da fare, da trovare, da sistemare, qualcosa sfugge sempre; per mesi continui a comprare cose che credevi di avere e invece...
A volte compri cose e poi scopri che non sono della misura giusta (es il porta-posate di 1 cm più grande del cassetto delle posate), oppure le compri e poi ti chiedi come diavolo ti è venuto in mente di comprarle (es il porta-spaghetti quando tu gli spaghetti non li cucini mai); il momento più alto arriva però quando compri oggetti che si rivelano poi posseduti dal Demogno, il quale Demogno ha un senso dell'umorismo tutto suo.
Nel caso in questione, dopo qualche mese dal trasloco ho deciso che era ora di comprarmi una bilancia (rimpiangendo di non aver comprato a suo tempo la splendida bilancia con ippopotamo che vendete in foto) ed essendomi imbattuta in una favolosa offerta per cui con solo dieci euri ti tiravano nella schiena una bilancia, ne ho portato a casa un esemplare e l'ho sistemato orgogliosamente in bagno.
Il primo dubbio mi è venuto due giorni dopo, quando mi sono pesata per la seconda volta (come sempre col giochino nuovo inizio con entusiasmo, salvo poi dimenticarmi che esiste dopo qualche giorno): tra la prima e la seconda pesata c'erano due chili di differenza. Ora, potrà anche essere che ci siano fluttuazioni di peso anche significative ma, se avessi perso due chili in un giorno, credo che me se sarei accorta. Ho quindi deciso di pesarmi di nuovo e, dopo quattro o cinque tentativi, ne ho ricavato la seguente ipotesi: la bilancia in questione calcola il peso in base a una serie di parametri tra cui l'oroscopo, le fasi lunari, il giorno della settimana e il numero di passerotti che solcano il cielo ogni giovedì e martedì. In parole povere, ogni pesata dà un valore diverso.
Questa scoperta, che normalmente porterebbe a un immediato defenestramento del marchingegno, in realtà mi ha fatto ridere, ho deciso che terrò la gigina e, quando sentirò l'assoluta necessità di pesarmi, lo farò tre volte consecutive per poi fare una media. A ripensarci, è stato un po' come quando ho scoperto che il parquet della camera da letto non era liscio ovunque o che, montando il rubinetto della cucina, l'operaio aveva lasciato incastrata in mezzo l'etichetta dell'Ikea (vedi foto a lato); in fondo l'idea che la mia casa non sia perfetta, che sia un po' storta, non mi dispiace, me la fa sembrare più mia: in fondo è un po' fuori squadra, come sono io.
Comunque, tornando all'argomento cose mancanti, il fatto in sè non sarebbe una tragedia, è la tempistica che spesso ti frega; per esempio ieri sera, complice la pioggia, la temperatura era scesa abbastanza da farmi correre un rischio mai neppure contemplato negli ultimi mesi: accendere il forno e fare la pizza.
Avevo preparato tutto sul piano della cucina: l'impasto pronto da stendere, i pelati da passare, il prosciutto cotto e i funghi (la mozzarella no perchè se ne fa volentieri a meno), si trattava solo di procedere. Peccato che quando ho preso in mano il barattolo dei pelati, il maledetto traditore si sia rivelato privo di linguetta per aprirlo, toccava usare l'apriscatole. Avercelo, l'apriscatole.
Una rapida occhiata nel cassetto delle posatone (mestoli, coltellacci, roba così) mi ha confermato il terribile sospetto: apriscatole, ciccia. Ovviamente erano le sette e venti di sera e fuori piovigginava.
Quando il gioco si fa duro, i duri non so esattamente cosa facciano, io mi rivolgo ai professionisti: mi sono vestita alla velocità della luce e sono corsa al negozio dei cinesi vicino a casa (quello che in questi mesi mi ha salvato la vita parecchie volte, dato che dentro c'è praticamente tutto) dove, alla modica cifra di 6 euri e 95, ho portato a casa il necessario aggeggio e di lì a poco infornato gloriosamente la mia pizza.
Tu, universo, divertiti pure coi tuoi tiri mancini, finché ho il negozio universale vicino, non ti temo.
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