Oggi mica bruscolini, mica ciccioli, questo è il post numero 100, un numero importante (chissà poi cosa avranno in meno il 99 e il 101, boh).
La prima cosa che mi è venuta in mente quando ho pensato al numero 100 è stata il numero 100 di Tex Willer, fumetto di cui mio babbo possedeva i primi duecento numeri (la versione attuale a libro, non le strisce) e che io leggevo d'estate stesa all'ombra o sull'amaca. Ricordo ancora lo stupore e la meraviglia quando mi sono trovata tra le mani quel numero tutto a colori (Tex era sempre stato solo in bianco e nero) con dei colori che sparavano a raffica e non facevano prigionieri. Decisamente un numero 100 memorabile.
Altro numero 100 difficile da dimenticare, anche se per motivi molto meno gloriosi, è quell'urlo "Cento!Cento!" che il pubblico di OK il prezzo è giusto produceva in abbondanza e a intervalli regolari nel corso della trasmissione. Certi ricordi non ti abbandonano neanche quando magari lo vorresti.
Sempre in tema di numeri 100, un po' di tempo fa Rico mi ha raccontato di quella volta che con la band erano arrivati in non so quale teatro, dove era previsto uno spettacolo quella sera e, girando per l'edificio avevano notato che i camerini avevano i soliti numeri 1, 2 ,3 ... ma poco più avanti c'era una porta con scritto inspiegabilmente 100; una volta aperta, la stanza si era rivelata essere un bagno e a Marco Bovi era venuto in mente che sua nonna quando doveva andare in bagno diceva sempre "vado al cento", forse per evitare l'indecente parola bagno o peggio, gabinetto.
Mi chiedo se ci siano ancora dei teatri dove la toilette (anch'io esito a usare l'indecente parola bagno) è indicata con un 100 sulla porta. Se davvero era così, sarebbe una bella tradizione da ripristinare.
W il numero 100!
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