lunedì 13 agosto 2012

T & F: A volte ritornano - Seconda Parte

Sono sempre ferma su quel numero di Glamour (luglio 2012) che ci ha già regalato momenti meravigliosi nelle ultime settimane (C'è profezia e profeziaA volte ritornano - prima parte); sto tentando di immedesimarmi in coloro che hanno progettato il servizio fotografico presentato nel post precedente ma confesso di avere qualche difficoltà, credo in parte dovute alla mia totale ignoranza dell'argomento.
Mi chiedo: quando il fotografo è stato contattato con l'idea del servizio "on the beach" e si è visto presentare i vestiti, cosa avrà pensato? Il primo pensiero immagino sia stato per l'IMU da pagare a breve ma, e dopo? Quale storia avrà deciso di raccontare? Perché mi dicono che ogni servizio fotografico è una narrazione, quindi andiamo un po' a cercare il racconto che sta dietro le foto.
E' innegabile che siamo ormai anni luce da quelle immagini di una volta che presentavano onestamente dei vestiti da pubblicizzare, lo prova il fatto che oggi non mi scompongo più se la modella indossa il cappotto in spiaggia o fa gli addominali col vestito lungo, gli anelloni alle orecchie e i bracciali di pelle borchiati (in fondo a chi non è mai capitato?)  Si tratta quindi di capire dove vuole andare a parare il narratore.
Leggendo con attenzione la prima pagina, noto che nel sottotitolo del servizio si parla di un look da avventuriera e la cosa inizialmente mi spiazza, mi sento inadeguata al compito, cosa ne so io di cosa indossa l'Avventuriera oggigiorno?
D'altra parte mi sembra evidente che, al momento, le cose all'Avventuriera moderna non vanno proprio a gonfie vele, almeno a giudicare dall'ultima foto del servizio in cui la povera si trova ormai priva di vestiti e costretta a indossare un paio di mutande da uomo per potersi immergere in cerca di cibo. Mi pare probabile che, dopo gli addominali di cui sopra, questa mantide in forma umana sia calata sul resort più vicino (vedi braccialettino arancione da gregge all inclusive nella foto) e abbia sedotto un ignaro turista, abbandonandolo poi al suo destino e impossessandosi del di lui intimo. Cosa non deve fare una per campare.
Tra le mille domande che questa foto scatena, ce n'è una prettamente di etichetta: ma per pescare  il tonno/ palombo/merluzzo o quel che diavolo è, sono di rigore gli anelloni etnici alle orecchie? Non sarebbero meglio dei pendenti che almeno riducono l'attrito?
Viene anche da chiedersi come questa giovine, per quanto Avventuriera e quindi avvezza alle situazioni più rocambolesche, sia riuscita a catturare la sua preda a mani nude; al momento l'ipotesi più accreditata è che allo sfortunato pinnato sia venuto un infarto durante la fuga e la nostra eroina abbia colto l'attimo, afferrandolo per la coda e trascinandolo a riva.

A spazzar via qualunque ipotesi fatta finora arriva invece un'altra foto che getta una luce completamente diversa sull'intera faccenda: è evidente che l'avevamo giudicata male, questa è una ragazza coi piedi per terra, che sa benissimo che quello dell'Avventuriera
è un mestiere pieno di incertezze, un cammino che segui per passione ma che, almeno all'inizio, non può garantirti delle entrate stabili. E questa donna, giovine ma indomabile, non si tira indietro, dimostrandosi pronta a rimboccarsi le maniche e a lavorare sodo pur di non rinunciare al suo sogno.
Tanto di cappello: Avventuriera, altro che Cenerentola.

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