sabato 9 febbraio 2013

Il bollino se non sei una banana te lo devi guadagnare

In quest'ultimo periodo, causa vicissitudini che non stiamo a spiegare, il numero di concerti che ho visto si è decisamente ridotto e quindi mi sono trovata in più di un'occasione a chiedermi "cosa diavolo posso scrivere per Stonehand questa volta?"  Sì perché, non essendo io una musicista, posso scrivere articoli solo su argomenti musicali e, come dicevamo, non è cosa semplice.
Un paio di mesi fa mi sono trovata alle strette e una sera, mentre ne parlavo con alcuni amici, ho lamentato il fatto che ci fossero fortunati individui che solo per il fatto di avere il bollino da musicista si potevano permettere di scrivere interi articoli sulle ultime trovate idiote degli sceneggiatori di Beautiful (praticamente una fonte d'ispirazione inesauribile), mentre noi del volgo sbollinato eravamo là fuori dove tutto è pianto e stridore di denti.
A quel punto il buon Paco mi ha fatto notare che se scrivi su una rivista di musica, o sei un musicista o scrivi di musica, altrimenti che ci stai a fare? Pur non potendogli dare torto, la cosa non mi consolava, continuavo a rigirarmi il problema tra le meningi alla ricerca di una soluzione finché, all'improvviso, ho avuto una folgorazione: un piano diabolico che avrebbe risolto tutti i miei problemi. Ovviamente la soluzione più semplice sarebbe stata quella di andare a vedere più concerti ma a me i piani troppo semplici non sono mai piaciuti...
Il piano in questione ruotava intorno al concetto di musicista, perché in fondo è solo musicista non bravo musicista, quindi mi son chiesta: come faccio a spacciarmi per musicista e procurarmi il prezioso bollino? Prima di tutto dovevo crearmi un profilo facebook adatto, con qualche foto di me sul palco e magari qualche video farlocco, tanto adesso col computer riescono a far sembrare musica anche il gesso sulla lavagna...
Quindi si trattava di invitare un po' di amici nella nostra cantina, da addobbare all'uopo onde trasformarla in un pub molto alternativo, sistemare qualche sedia e approntare un angolo palco per poi girare un finto video. A quel punto mi sono arenata perché il finto video lo puoi anche girare ma poi devi metterci un finto suono perché se ci mettiamo quello vero della sottoscritta che suona l'ukulele si risvegliano gli zombie...Ok allora suono finto ma come si fa con gli applausi? Mica posso aggiungerli dopo, rischio che sembri una puntata de "Il mio amico Arnold"!
Viste le difficoltà incontrate per la realizzazione della parte video ho deciso di lasciar momentaneamente perdere e concentrarmi invece sulla documentazione fotografica e mi è subito venuto in mente un altro piano altrettanto diabolico: avrei pedinato Farnedi a qualche suo concerto e poi approfittato di una sua pausa bagno (da me prodotta costringendolo a bere litri d'acqua con la scusa che fa bene ai reni) per farmi qualche autoscatto artistico sul palco durante il soundcheck. Però è chiaro che un piano di questo genere richiede tutta una serie di macchinazioni incastrate perfettamente per non far sospettare l'ignaro musico e portare a casa il risultato, francamente il tutto mi avrebbe comportato uno sbattimento eccessivo quindi ho optato per una soluzione più rapida che lì per lì mi è parsa un'idea geniale ma adesso che me la trovo davanti francamente mi viene il dubbio che non risulti proprio credibilissima.



Mi rendo conto che tutto questo macchinare non è sport per principianti, è una gran fatica turlupinare il prossimo e ci vuole un'ottima organizzazione, chissà magari in futuro, quando avrò maturato più esperienza in questo campo farò un altro tentativo, adesso scusatemi, vado a vedere le date dei prossimi concerti in zona.

P.P.S. Questo articolo è stato scritto per la rubrica L'Angolo dell'Estrema Riluttanza su Stonehand Ex Press

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