martedì 10 dicembre 2013

La vita del guerriero non è tutta onore e gloria

Il fine settimana appena trascorso è ormai tradizionalmente conosciuto come il weekend dei mercatini di Natale, momento in cui orde di shoppingari agguerriti calano sui paeselli montani, lasciando dietro di sè solo qualche filo d'erba e due bicchieri di vin brulè mezzi vuoti.
Ogni volta che sento l'espressione "mercatini di Natale" mi prende l'ansia, m'immagino inchiodata in mezzo a una folla oceanica mentre, incapaci di muoverci, fissiamo impotenti tre bancarelle che ci sfilano davanti al ritmo di simpatiche canzoncine natalizie, e son sempre le stesse (sia le bancarelle sia le canzoncine).
Va da sè che per portarmi in montagna a uno dei tradizionali eventi di cui sopra devono come minimo puntarmi una pistola alla tempia (se prendono in ostaggio i miei parenti non è scontato che ceda, dovrei prendermi del tempo per riflettere), però c'è un mercatino di beneficenza che non disdegno (meno frequentato e rigorosamente in pianura), trattasi di quello che il Comitato contro la fame nel mondo organizza ogni anno a Forlì.
A questi eventi è sempre meglio andare presto, non solo perché i pezzi migliori spariscono in fretta, ma soprattutto perché i bomboloni e le tigelle che le signore del comitato vendono per autofinanziarsi sono molto richiesti e se vai a mezzogiorno te li puoi scordare. Sabato scorso arrivando per tempo sono riuscita ad accaparrarmi tre confezioni di tigelle, quattro bomboloni e due porzioni di lasagne con verza e salsiccia. Proprio niente male.
Una volta messo al sicuro il mio tessoro in macchina, sono salita al piano di sopra, al reparto soprammobili e affini; qui generalmente si trovano le gemme più preziose del mercatino, autentici capolavori di menti, chiamiamole particolari.
* Declino qualsiasi responsabilità per l'eventuale ispirazione che le immagini  a seguire potrebbero offrirvi per la scelta dei regali di Natale.
                                                                                            Iniziamo, come si dice, col botto: qui a fare la differenza è l'evidente intento doloso dell'autore: la prima volta che ho visto codesta scultura mi dava le spalle, quindi non l'ho neppure 
degnata di una seconda occhiata, la vista frontale ha cambiato decisamente le cose e ditemi voi se non avevo ragione...

Perché, Signore benedetto, perché?
Il regalo più indicato per colui che necessita un telefono, un orologio e un mulino a vento, tutti insieme appassionatamente.
Colui che ha ideato questo oggetto lo ha curato fin nei minimi dettagli: dalla rotella del telefono che non gira ma vanta tasti modernissimi, fino al materiale che, nonostante l'argenteo colore, altro non è che leggerissima plastica. Ci tengo a precisare che la decorazione dorata sotto l'orologio si muove, presumibilmente a scandire il tempo. Un po' più misterioso rimane il ruolo del mulino a vento le cui pale girano ma non sappiamo se seguano lo scandire dell'orologio o si attivino in risposta allo squillo del telefono. Chi avesse in casa uno squisito oggettino simile a questo è pregato di inviarci un chiarimento via mail (se anonima, lo capiremo).

A questo punto è necessario un momento di raccoglimento, consiglio di fare un bel respiro e prepararsi a qualcosa che onestamente è IN: inspiegabile, inconcepibile, indifendibile e, ovviamente, inguardabile.

L'elmo del guerriero che vedete qui a fianco si trovava su un ripiano basso, seminascosto in un angolo, ancora tremo al pensiero che ho rischiato di passargli davanti senza accorgermi di cotanta...cotanta.
Pur apprezzando il prezzo contenuto dell'oggetto che viene via a soli 12 euri, confesso che in un primo momento il suo fascino mi eludeva ma, avendo già una certa esperienza in questo campo (vedi A caval donato...) non mi sono lasciata scoraggiare e, avvicinandomi per osservarlo meglio, ho notato che non si trattava di un semplice elmo, c'era qualcosa dentro! Ho allungato una mano tremante verso la visiera, combattuta tra la curiosità e l'inquietudine (Non aprite quella porta) e questa si è lasciata sollevare senza neppure un cigolio di protesta; nell'immagine qui sotto potete vedere cosa si celava ben nascosto sotto la visiera.



La prima cosa che ho notato è stata quell'espressione tra il sofferente e l'incazzato (la faccia di uno che sa di aver combinato un casino di quelli grossi ma è convinto che in fondo non sia colpa sua), solo dopo lo sguardo è salito su, restando inchiodato al
livello del dorato cranio.
Abbracciando la filosofia del bicchiere mezzo pieno (in fondo è quasi Natale), questo è il regalo ideale per convincere il nonno fumatore incallito a smettere di fumare: se ogni volta che vuole accendersi una paglia gli tocca sollevare quella visiera (che già da sola sa di galera) e poi si trova di fronte una faccia così, garantito che dura poco...

Confesso che sarei molto curiosa di sapere se qualcuno ha comprato questo obbrobrio e a quale scopo. Dal mio punto di vista sarebbe stato il regalo perfetto per la nostra tradizionale tombola degli orrori ma le stupide regole del gioco (niente regali acquistati apposta) mi hanno legato le mani, dannazione!

Nessun commento:

Posta un commento