lunedì 11 luglio 2011

Rocca in concerto: partenza col botto.

Sono le 20.10 e sto sfrecciando sul mio bolide a due ruote verso la Rocca Malatestiana; stasera c’è la prima serata di Rocca in Concerto e mi sono offerta come addetta strappamento biglietti ma sono in leggero ritardo. Arrivo su e vedo l’enorme cancellata di ferro, chiusa, con dietro la biglietteria e un paio di persone che armeggiano lì intorno; però (ed è un però grande come una casa), non c’è traccia neanche in lontananza di quello che mi sta più a cuore al momento: il baracchino che vende le piadine farcite. So che non è molto artistico ma io non mangio niente dalle due ed è solo perché sono arrivata in scooter che nessuno ha sentito il brontolio del mio stomaco che pare un cumulonembo sul piede di guerra.
Appoggio armi e bagagli in un angolo della biglietteria (una cavità polverosa scavata nel muro) e con la scusa di andare a cercare un paio di sedie mi lancio in perlustrazione. E in risposta alle mie preghiere mi appare un omino vestito di bianco in piedi tra piadine, affettati e verdure. Sta mangiando con evidente soddisfazione una piadina farcita, probabilmente approfittando degli ultimi momenti di calma prima dell’apertura dei cancelli. Tentenno per un po’, divisa tra l’opzione sana (prosciutto stracchino e rucola) e quella lova (salsiccia e cipolla), poi cedo di schianto e dopo qualche minuto torno tutta pimpante sul posto di lavoro, reggendo in mano una fumante (diciamo anche un po’ ustionante) piadina lova. Sono quasi le 20.30, orario previsto per l’apertura della biglietteria e dietro la cancellata c’è già una nutrita folla ma il gruppo (i Floyd Machine) non ha ancora finito di fare le prove dei suoni e a noi è stato detto di non aprire finché si sente suonare. Certo, è facile da dirsi ma un po’ meno da farsi quando senti su di te le occhiatacce torve del popolo al di là delle sbarre che ti fissa pensando che se non apri è per una qualche tua forma di sadismo. Dietro suggerimento delle più esperte, faccio finta di nulla e continuo a mangiare la mia piadina, pregando che ste benedette prove finiscano prima che la muraglia umana al di là del cancello si scateni in una stampede degna delle migliori. E indovinate di chi sarebbero i corpi a terra tutti calpestati.
Improvvisamente tutto tace, ci arriva il via libera e noi si corre ad aprire, accompagnate da sospiri di sollievo da entrambi i lati della barricata. Da questo momento per le successive due ore la biglietteria sarà letteralmente sommersa da una fiumana di gente arrivata per l’occasione. Io sono l’addetta all’obliterazione biglietto, mentre la Clodia è stata mandata giù in piazza, da dove parte la navetta che porta su la gente che, per vari motivi (alcuni validissimi, altri decisamente meno), farebbe fatica a fare tutto il percorso in salita e sull’acciottolato. Tra questi segnaliamo le solite soggette che vengono a vedere un concerto sul prato della Rocca con zeppe trampolate o addirittura tacchi a spillo. Ho assistito alla scena di una ragazza taccatissima che si è trovata improvvisamente scalza perché una delle sue scarpe era rimasta conficcata nel terreno. E non è neanche venuta fuori tanto facilmente.
Come in ogni evento che si rispetti, c’è stato l’inevitabile contrattempo che andiamo a illustrare:
- essendo che in piazza del popolo proiettano un film all’aperto, l’amministrazione comunale ha deciso un po’ all’ultimo che il concerto alla rocca non poteva cominciare prima delle 22.15, per non disturbare la proiezione. Ovviamente, appena scoperta la cosa, si è provveduto a informare tutti quelli sul Faccione usando la pagina di Rocca in Concerto e poi si è messo l’avviso sui cartelloni. Il problema è che molta gente ha fatto come faccio sempre io, che non guardo mai da nessuna parte, e quando è arrivata lassù (magari senza uso navetta quindi dopo la scarpinata di cui sopra), ha scoperto che si iniziava alle 22.15 e non l’ha presa bene.
Ora, nessuno meglio di me capisce lo stato d’animo di quello che arriva in cima alla vetta sudato fradicio, stanco, assetato e, dopo aver fatto la fila per entrare, scopre che s’inizia più tardi e che quindi poteva anche partire mezzoretta dopo. Io in questi casi avverto un forte bisogno di masticare le ossa di qualcuno; però, quando un tizio se la prende con te, umile strappa biglietti, sostenendo che “potevate anche avvisare”, cominci a farti delle domande: siamo forse veggenti capaci d’indovinare chi verrà al concerto e chiamarlo per avvisare? O secondo lui avremmo dovuto affittare l’aereo pubblicitario del Crodino e passare per ore sopra la città, facendo anche qualche picchiata (non tutti ci vedono a quelle distanze)? O magari gli organizzatori dovevano infischiarsene delle richieste del Comune e far partire il concerto? Salvo poi essere costretti a chiudere baracca e burattini poco dopo causa intervento vigili urbani? Il tema è complesso e gli interrogativi abbondano.
Come pure i dubbi circa la propria e altrui sanità mentale quando, dopo aver strappato un biglietto d’ingresso ti senti chiedere E’ compreso anche il giro? Che giro?! Il giro di do? Il girotondo? Il giro sulla navetta? E come sempre la realtà va oltre: alla tua richiesta di chiarimento ti rispondono Il giro sulle mura! Ti verrebbe da rispondere Come no, con sette euro ti diamo il trasporto in navetta, il concerto, il giro notturno sulle mura e alla fine sull’ultima torre c’è anche uno che ti scaraventa giù. Tutto compreso. Ma ste straccia palle delle buone maniere s’intromettono e ti tocca tacere.

Prima dell’inizio del concerto c’è bisogno di qualcuno che salga sul palco per ringraziare il pubblico, gli sponsor ecc ma, quando la vittima sacrificale di turno (il baldo Enrico) ha accettato il compito, non poteva sapere dello slittamento di orario che il Comune avrebbe imposto e quindi non è proprio con animo serenissimo che sale sul palco. Seguono le inevitabili proteste della folla che però il nostro affronta con sommo sprezzo del pericolo.
Poi, finalmente, il gruppo inizia il concerto e ogni altro pensiero scompare magicamente.
Intorno alle 22.40 l’afflusso di gente si tranquillizza quindi, deposte le armi (nel mio caso l’aggeggio per bucare gli abbonamenti), salgo fino sul prato a vedere come vanno le cose. Un vero spettacolo: centinaia e centinaia di persone, un mare di gente che applaude o canta (quando c’è una di quelle canzoni che non è proprio possibile starsene lì a bocca chiusa).
A quell’ora la stanchezza inizia a farsi sentire quindi insieme ai vari compagni di avventura mi siedo sul prato a godermi il venticello, le stelle e la musica che di bello ha che, se anche non la vedi, lei ti abbraccia comunque. Ce ne stiamo lì sul prato a mangiare un ghiacciolo e a chiacchierare anche quando, finito il concerto, la folla si riversa verso l’uscita e per un attimo il pensiero oddio ci calpestano! fa prepotentemente capolino.
Ci sarei rimasta ancora lassù al fresco, solo noi quattro gatti sul prato; purtroppo però lo spirito è forte ma la stanchezza e il sonno giocano sporco. Ci avviamo verso l’uscita e proprio in quel momento il mistero ci assale: dall’altoparlante una voce proclama: Romi, ho un bacione per te, ripeto, Romi, ho un bacione per te. Dopo, soltanto silenzio.
Cosa volete che vi dica: se questo è l’inizio non oso immaginare  cosa succederà giovedì prossimo.




1 commento:

  1. Aggiungerei solo che, neanche LaClodia e la BertilorenziSr sapevano che sarebbero state le addette alla security e che, da dietro le transenne, avrebbero dovuto calmare gli animi degli avventori che, è ormai evidente, pensavano di dover vedere i veri Pink Floyd. Perlomeno la capabanda Albert1 poteva fornirci di fruste e belve al guinzaglio, invece ci ha lasciate con sole 4 transenne e dividerci da insulti e sassaiole. Non da meno l'elemento di disturbo Rusty che sta sempre col giaguaro e mai con noi! Ma, va da se, che una marchigiana ed una svizzera di cantone tedesco alle transenne possono tenere a bada la qualunque. Ovviamente va ricordato il fatto che, se andate in banca e vi fate dare l'abbonamento, la ragazza dagli occhiali neri vi fa entrare senza fare la fila...perché BANCOMAT, TESSERA COOP, CARTA DI CREDITO, TESSERA SANITARIA E CARTA DI IDENTITA' NON VALGONO, vale invece la TESSERA ARCI GAY, ma vi voglio vedere seguire la Maschera (LaClodia) che vi fa spazio tra la folla urlando: fate largo, c'è una persona iscritta all'ARCI GAY che deve entrare tra gli abbonati. Detto ciò, concludo dicendo grazie Estrema per il blog, e ... Romy, ho un bacione per te.

    RispondiElimina