Molti son fin lì giunti mossi da igual anelito e, dentro la nobil sala che gloriasi di ospitarli, notarsi può un brulicar di volti ma alcuni tra li visi risultan familiari, noti, notori, soliti, ebbene sì, siam noi.
Accomodati in luogo acconcio e malgrado l'oscurità, fin troppo tempestiva, l'opera appieno gustammo con imperitura gioia, seppur sovente impacciati da enunciati di natura pari al demoniaco. Non ci aggradò il Dio Bestia (il quale più che al divino rimanda alla bestemmia) e piangemmo la scomparsa della città del ferro barbaramente uccisa dalla fornace a volte, inspiegabilmente, fucina.
Bene, adesso provate a immaginare di andare al cinema a vedere La principessa Mononke e trovarvi ad ascoltare per oltre due ore dei dialoghi come questi, intervallati da esclamazioni del pubblico in sala del tipo: Cos'è che ha detto?
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