Eccomi di ritorno da un fine settimana di quelli che restano con te per parecchio tempo.
In data 12 maggio ho ricevuto da pubblico ufficiale la convocazione come scrutatrice al mio seggio (sospetto per sostituire qualcuno che nel frattempo si era dato alla macchia) e quindi sabato 24 alle ore 15.45 ho inforcato la bicicletta che non usavo da mesi e, dopo aver spolverato il sellino e tolto qualche ragnatela, sono partita decisa verso il destino.
Il quale destino mi aspettava sfregandosi le mani perché sapeva che questa volta, a differenza del passato, la votazione (o meglio le votazioni, essendoci elezioni europee e comunali) si svolgeva in una sola giornata (domenica 25) e, per rendere tutto ancora più riposante, qualche genio lassù in quel di Bruxelles (propongo un crowdfunding per mandare un energumeno a fargli visita, io offro la badila) aveva deciso che i dati si dovevano conoscere subito, per cui noi poveri peones scrutatori, dopo 16 ore passate a gestire gente che in condizioni normali investiresti con la macchina senza pensarci due volte, alle ore 23.00 ci siamo dovuti mettere a fare lo scrutinio delle schede per le elezioni europee.
Vi lascio immaginare le nostre condizioni fisiche e mentali, aggravate dai millemila adempimenti burocratici richiesti da due votazioni diverse (la segretaria alla sua prima esperienza nel ruolo, inspiegabilmente, non ha cercato di suicidarsi, io l'avrei fatto); inevitabile che alla fine i conti non tornassero insomma, tra una cosa e l'altra sono arrivata a casa alle 4.30 di mattina. Questo sì, ho evitato il traffico sulla via Cervese che di domenica è sempre un problema.
Il seggio in questione era piuttosto corposo (per essere un seggio di campagna in provincia, intendiamoci) quindi abbiamo avuto quasi sempre gente, e seppur nella stragrande maggioranza dei casi fossero persone normalissime, non sono mancate quelle piccole perle che lasciano il segno e che mi pare giusto mettere su carta per i posteri:
1) Arriva un tizio piuttosto giovane, massimo trent'anni; gli porgo le schede e questo le guarda e mi fa:
"Maaa, com'è che funziona?"
"Cosa?" chiedo, tentando di capire se il problema siano le comunali o le europee.
Risposta: "Tutto"
2) Siamo a pieno regime, tutte le cabine sono piene quand'ecco che improvvisamente si sente il suono di un cellulare (ricordo ai distratti che entrare in cabina col cellulare è severamente vietato, pena multe salate e credo pure la galera); tutti pensiamo che il/la colpevole abbia dimenticato di spegnerlo e invece sto tizio bello come il sole risponde e si mette a chiacchierare DENTRO LA CABINA ELETTORALE. Al che il presidente del seggio, già parecchio provato, monta su tutte le furie e gli urla che non può tenere un cellulare in cabina ma ci vuole qualche secondo prima che Bello-Come-il-Sole si decida a spegnere ed esca dalla cabina facendo un sorrisetto di quelli che chiamano a gran voce una mazza da baseball.
3) Moglie e marito entrano ciascuno in una cabina e poi si mettono a discutere di cosa votare, segue altra scenetta con urla del presidente.
4) Una signora esce dalla cabina e quando vede il marito uscire con le schede piegate alla boia lo cazzia e lo rimanda a piegarle per bene.
5) Altro siparietto con donna con cellulare in cabina; lei uscendo sostiene di non aver mai sentito del divieto e, quando il presidente le risponde che lo hanno detto anche in televisione, ribatte con veemenza che è inutile che lui insista perché lei c'è anche stata in televisione. Il collegamento tra le due cose mi sfugge, sarà la stanchezza.
Per concludere, l'esperienza è stata devastante ma a suo modo istruttiva; comunque se non vi dispiace, cerchiamo di tenere botta fino a fine mandato che io queste personcine di cui sopra anche se non le incontro per qualche anno non piango.
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