Era da un po' che Enrico voleva vedere Capitan America 2 ma, onestamente, io di andare a al cinema e dilapidare 8 euri per vedere Big Jim col frisbee non avevo una gran voglia, quindi abbiamo raggiunto un onorevole compromesso, saremmo andati a vederlo in seconda visone alla modica cifra di 3,5 euri al cinema di Gambettola (e Bosch per gli oriundi).
Il cinema in questione è una di quelle vecchie sale di provincia di una volta (debitamente ristrutturata anni fa) però vanta alcuni notevoli vantaggi rispetto alle più moderne controparti, primo fra tutti il fatto di aver dimezzato il numero di posti eliminando una fila ogni due e garantendo così allo spettatore lungo-giuntato la possibilità di allungare le gambe all'infinito senza dare ginocchiate sul sedile davanti. Aggiungete il fatto che i 4,5 euri risparmiati sul biglietto si possono alla bisogna investire in loverie (liqurizie, patatine, semi di zucca ecc) e avrete praticamente la perfezione fatta cinema, almeno per me che i film in 3D non li posso guardare perché dopo un po' mi viene mal di testa.
Arrivati a Gambettola abbiamo parcheggiato lungo il corso e girato immediatamente la prua verso la multisala Abbondanza; mentre passeggiavamo godendo di una parentesi di sole in una settimana di tempo pessimo, abbiamo notato i nuovi lampioni istallati dall'amministrazione comunale, tutti provvisti di simpatici altoparlanti che diffondevano musica lungo il corso, una lodevole iniziativa se non fosse che la musica diffusa era quella roba unz unz più adatta a una discoteca alle ore piccole che a un corso di paese in un pomeriggio assolato. Vabbè, paese che vai...
Arrivati al cinema in perfetto orario siamo però stati costretti a un'attesa di dieci minuti nell'atrio perché il film, oltre a essere lunghissimo, arrivava pure corredato da una delle solite sigle di chiusura della Marvel in cui dopo un miglio e mezzo di nomi che scorrono sullo schermo, ti compare a sorpresa una scena conclusiva.
Le prime volte quella scena non la vedeva nessuno, adesso invece si sa e quindi i più tenaci tra gli spettatori aspettano con pazienza che sia passato sullo schermo anche il nome della cartomante del tizio che portava il pranzo al regista, solo per vedere quest'ultima scena che spesso ti porta a riflettere sul fatto che quei dieci minuti che hai sprecato ad aspettarla non te li ridà nessuno e alla tua età su queste cose c'è poco da scherzare.
Alla fine se dio vuole ci siamo seduti e, com'era da aspettarsi in un giorno festivo alle 16.50, dietro di noi si è posizionata una famiglia con non uno ma due bambini, uno dei quali ogni volta che qualcuno nel film si menava (e trattandosi di un film di supereroi c'era quasi sempre qualcuno che si menava) faceva suoni onomatopeici tipo BAM! PIM! e via dicendo, più che un film pareva un videogioco.
Non si faceva neppure mancare le interazioni con gli attori, quando Big Jim e la Gigina arrivano in un sotterraneo buio seguendo un segnale e Big Jim deluso sbotta "questa è una sala di 50 anni fa, il segnale non può essere venuto da qui!" il nostro piccolo eroe ha gridato "E invece sì!"
Poi, per carità, aveva anche ragione.
Un'ultima chicca tra le varie del pomeriggio: Robert Redford incontra Samuel Jackson e i due, amici di vecchia data, si stringono la mano; in quel mentre sento una vocina alle mie spalle "Ma sono fratelli?"
Confesso che il film per me è stato di una noia mortale e i commenti del mio vicino di dietro sono stati provvidenziali fonti d'ilarità che mi hanno aiutato a far passare quelle due ore di botte da orbi, lanci di frisbee e mono-espressioni che fanno pensare che forse Capitan Findus non avevano mica finito di scongelarlo...
Almeno Clint Eastwood di espressioni ne aveva due.
Almeno Clint Eastwood di espressioni ne aveva due.
P.S. Per un'ulteriore recensione del film in questione vi consiglio quella del prode Farnedi seduto accanto a me:
Nessun commento:
Posta un commento