giovedì 31 luglio 2014

Le lotte femminili non finiscono mai

Confesso che questo post mi causa un po' di imbarazzo: è troppo facile, basta caricare l'immagine (che in questo caso vale ben più di mille parole) e la Festa della Badanti 2014 parla da sola.
Mi limito quindi a pochi e brevi commenti:

1) La locandina annuncia a gran voce incontri di lotta femminile nel fango (allestito apposito ring), poi però arriva la delusione: l'immagine a corredo è chiaramente quella di un foam party, forse si teme che il fango sporchi gli schizzinosi seduti nei tavoli a bordo ring?
2) Consiglio di spostare il CAR WASH delle badanti all'interno del salone, così si potrà lavare via tutto il fango dei precedenti incontri di  lotta femminile, ottimizziamo le risorse, no?
3) A cosa diavolo è appeso il dj Andrea Capello al quale è affidata la conclusione in grande stile dell'evento? Ho paura a dirlo ma temo sia un capello.
3-bis) però apprezziamo che l'artista si lasci andare a qualche confidenza sulla sua vita avec badante e dispensi consigli preoccupandosi per il nostro futuro.
4) Le ragazze del SEXI BAR (SEXY evidentemente è da vekki) faranno la pole dance intorno a un palo dell'INPS? Se sì, propongo che invece dei biglietti da cinque euro negli slip, i partecipanti versino alle showgirl i contributi.

Una rapida ricerca mi ha permesso di scoprire che questo ineguagliabile evento si ripete già da qualche anno in quel di Prato Barbieri e con pochissime variazioni, segno inequivocabile di un solido successo di pubblico. Già nel 2010 il nostro baldo dj  chiudeva in grande stile l'evento ma evidentemente non era ancora ritenuto meritevole di comparire di persona sulla locandina.
La locandina 2011 purtroppo non è pervenuta.
Nel 2012 ecco comparire Andrea Capello virilmente appeso al capello.
Nel 2013 la conclusione era sempre saldamente nelle sue mani ma in partnership con Fabietto & Lyons, che avranno forse tentato di spodestarlo dal trono ma evidentemente con scarsi risultati.
Attendiamo con trepidazione la locandina dell'edizione 2015.


P.S. Un sentito ringraziamento a Roberto Orsini per aver portato alla mia attenzione questa piccola gemma.
P.P.S.Vi ricordo che è possibile prenotare tavoli a bordo ring.


Ora che si è finalmente svolto, ecco un video che documenta l'evento, da non perdere il discorso del commentatore :)


mercoledì 23 luglio 2014

Quando un Bretone lo paghi come l'oro

Non so se vi è mai capitato di imbattervi al supermercato in un espositore come quello nella foto; a me è successo qualche giorno fa mentre facevo la spesa con Enrico e, ignara della monumentale scoperta che stavo per fare, spingevo spensieratamente il mio carrello su per la corsia.
All'inizio ho pensato che si trattasse di qualche spezia strana e invece avvicinandomi ho scoperto l'esistenza, mai sospettata prima, del sale blu di Persia, del sale nero di Cipro e del sale grigio bretone.
La scoperta in sé non sarebbe niente di epocale se non fosse che, mentre esaminavo le confezioni, mi è caduto l'occhio sul cartellino del prezzo:

Sale Blu di Persia (confezione da 90 grammi) prezzo 2,21 euri
Sale Nero di Cipro (confezione da 50 grammi) prezzo 2,21 euri
Sale Grigio Bretone (confezione da 70 grammi) prezzo 3,19 euri

A prima vista magari non sembra neanche tanto ma, se uno ci pensa bene, corrisponde a quanto segue:

Sale Blu 24,5 euri/chilo
Sale Nero 44,2 euri/chilo
Sale Grigio 45,5 euri/chilo

Aggiungo solo, come termine di paragone, il prezzo del sale marca supermercato:  0,44 euri/chilo 
Facendo una botta di conti, i sali colorati costano 100 volte di più.

Impossibile non riandare col pensiero a un'altra scoperta di qualche anno fa: il complotto del pane (vedi Non di solo pane vive l'uomo) e farsi delle domande. 

Ammetto che in questo caso la situazione è diversa, di sale da 44 centesimi al chilo ce ne sono quintali e quindi il parente carissimo in Technicolor non è obbligatorio, semmai una scelta dovuta a motivi a mio avviso inspiegabili, nel senso che posso capire l'attrazione irresistibile del colore strano (in fondo io mangio il gelato al gusto Puffo), ma da lì a pagarlo cento volte di più ce ne corre!
Poi magari se li assaggi sono sali stratosferici che ti fanno rivalutare il concetto di paradiso e pur di averli li pagheresti più del Pata Negra, cosa ne so io che non li ho mai provati?
Tutto considerato, meglio optare per un sano vivi e lascia vivere,  in fondo qualcuno l'economia deve pur farla girare, o no?


martedì 8 luglio 2014

L'intimo romanticismo del pollo alla griglia

La protagonista indiscussa della nostra storia è Jessica, una donna moderna che sa cosa vuole ed è disposta a fare quanto necessario per ottenerlo. Qualche giorno fa ha accettato l'invito del lui di turno per un fine settimana romantico in campagna; sono mesi che pastura quest'uomo e, avendo finalmente ricevuto l'ambito invito, ha deciso di sparare in una sola volta tutte le sue cartucce, che tradotto significa chilometri di biancheria intima, pizzi e merletti.
All'ora X Jessica si fa trovare nel luogo concordato con un look che manda un messaggio inequivocabile: body di pizzo nero con una tornatura di schiena scoperta, pantaloni da sera e tacchi infiniti e spillosissimi.
Naturale che resti un po' spiazzata quando lui, Mirko, arriva alla guida di un enorme camper e, senza neppure scendere e salutarla, le fa segno di montare su. Presa in contropiede la nostra Jessica preferisce un prudente silenzio mentre i neuroni corrono nel disperato tentativo di adattarsi alla nuova situazione. In fondo il camper può essere romantico, magari si fermeranno in cima a un monte e berranno un aperitivo ghiacciato di fronte al tramonto, prima di ballare un lento mentre sorge la luna e poi fare l'amore sotto le stelle.
Una volta riacceso l'entusiasmo, la nostra eroina inizia a guardarsi intorno, proprio mentre arrivano a destinazione: una campagna sperduta e romanticissima.
Mirko la invita a mettersi comoda mentre lui prepara tutto il necessario per la serata. Che cavaliere! - pensa Jessica e si sposta sul retro del camper dove giace il baule con l'artiglieria. Non è il caso di essere subito troppo esplicita - riflette - meglio qualcosa di rilassato ma sexy. Quando scende dal camper un'ora dopo (le è toccato anche rifarsi la piastra, con tutta l'umidità che c'è...) la situazione le risulta totalmente incomprensibile: lui se ne sta vicino a un mucchio di legna e pare stia giocando a Shangai mentre,  proprio davanti al camper, troneggia un asse da stiro con sopra un lenzuolo con gli angoli.
"Potresti dargli una stirata mentre io preparo la legna per accendere il fuoco?" le chiede distrattamente, senza dare neppure un'occhiata al vestitino, alle zip aperte, niente. Lei vorrebbe prendere il ferro da stiro e frantumargli quel cranio vuoto ma riesce a dominarsi e la sua unica reazione è sottolineare seccamente che i lenzuoli con gli angoli non si stirano e poi chiedere di bere qualcosa.
Lui la informa che in frigo c'è da bere e poi torna ai suoi legnetti mentre lei risale furibonda sul camper. In frigo c'è in effetti della birra, di marca sconosciuta ma almeno è fredda al punto giusto; afferra un bicchiere (ce ne sono solo due) e si versa da bere.
Sentendosi soffocare (la cintura troppo stretta non la fa respirare bene) decide di mettersi qualcosa di più comodo e, dopo aver preparato il letto, ci si stende languidamente e sorseggia la sua birra in attesa che il cerebroleso smetta di giocare col fuoco e decida di giocare con lei.
La porta socchiusa si apre leggermente e la speranza si accende, ma a saltare sul letto non è il nostro lui, bensì un cagnolino bianco, probabilmente proveniente da qualche casa nei dintorni; mentre gioca con l'inaspettato Trudino, facendo attenzione che non le rovini i pizzi o la rete delle calze, ecco entrare Mirko con un'espressione a dir poco abbattuta. Le confessa che non è riuscito ad accendere il fuoco quindi dovranno usare la carbonella; lo dice con un tono sconfitto, come se stesse ammettendo una vergognosa debolezza, non la guarda neppure negli occhi e quindi non può accorgersi del cambio di mise, delle calze a rete, del pizzo e del relativo messaggio.
Jessica dal canto suo, avendo visto la carbonella due volte nella sua vita, non mostra particolare interesse per la notizia, limitandosi a indagare su cosa c'è per cena. "Pollo alla griglia" le risponde l'aspirante Prometeo, poi si apre una birra e torna fuori, deciso a trionfare sul nemico barbecue.
La osserviamo mentre si lascia cadere sul letto e il tonfo rispecchia fedelmente la caduta in picchiata del suo umore, questo l'unica cosa che vuol fare è giocare a MacGyver!
Tira fuori dal baule uno specchio e si osserva, mentre la mente valuta la possibilità di piantare il mollusco e tornare a casa, arenandosi contro lo scoglio dell'assenza di trasporto alternativo. Ed eccolo lì, il pizzo strappato che lo specchio mostra impietoso, sarà stato quello stramaledetto botolo bianco, adesso le tocca cambiare il body e ovviamente anche tutto il resto...
Mentre la nostra eroina effettua un rapido cambio d'abito, accessori compresi, fuori l'impareggiabile Mirko, novello Mac, ha appena spruzzato dell'alcol sulla carbonella accesa, nel maldestro tentativo di avere fiamme più vivaci ma con l'unico risultato di darsi fuoco alla maglietta.
Quando lo vede aprire la porta del camper a torso nudo, Jessica per un momento s'illumina, magari è la volta buona! Invece lo sente chiederle di portare fuori il pollo; sospira rassegnata e apre il frigo. Dentro non si sono cosce, alette o roba simile, bensì un pollo intero che lo sa il cielo come si possa cuocere su un barbecue.
Questa volta la soddisfazione di far roteare il pollo e lanciarlo verso la schiena dell'invornito se la toglie, ovvio che dopo la situazione si fa un po' tesa ma riesce comunque a risolvere tutto fingendo che il volatile le sia sfuggito di mano. A quel punto lui, abbattuto, conclude che l'unica soluzione sarà andare a mangiare in paese e Jessica che non aspettava altro, corre in camper a cambiarsi, ha un vestitino strepitoso che lo farà capitolare!
Sta ancora sistemando i vari ganci dell'intimo quando lui socchiude la porta e le annuncia raggiante che non c'è bisogno di fare tutta la strada fino al ristorante perché in dispensa ha trovato delle provviste che non ricordava di avere, è tutto risolto!
Ovvio che a questo punto la fiducia nelle dichiarazioni del cefalopode è ormai precipitata a livelli da Fossa delle Marianne ma la povera figliola non sa resistere alla tentazione di uscire dal camper vestita della sola biancheria intima per scoprire cosa ha in mente questa volta  il suo cavaliere.
E purtroppo lo scopre: würstel di maiale.
Non serve aggiungere molto altro, dopo averlo coperto di contumelie, risale sul camper e infila nel baule tutto l'intimo sparso per il mezzo, determinata ad andarsene quanto prima. L'assenza di un mezzo di trasporto a sua disposizione è un ostacolo non trascurabile ma la nostra Jessica è come tutte le eroine degne di questo nome: è proprio quando il gioco si fa duro che inizia a giocare.
Fruga in fondo al baule e ne estrae una mise che già da sola è una garanzia di successo, un passaggio da qualcuno non le mancherà di certo.
Ed è così che la la vediamo allontanarsi verso il destino, in una mano il mazzo di rose che LEI aveva portato quando ancora si illudeva di poter spargere petali di rosa sul loro letto come fanno sempre a Beautiful, nell'altra il sacchetto dei croissant che avrebbero consumato a colazione e sulle spalle il giubbotto di pelle per darsi un'aria da dura e prepararsi ad affrontare i mille pericoli della strada.

È stata una dura giornata e non è ancora finita ma, qualunque altra prova le riserverà il destino, sa che saprà affrontarla con coraggio, mantenendo sempre e comunque dritta la riga delle calze.


mercoledì 2 luglio 2014

Fendi alla Notturna di San Giovanni

Per la Notturna di san Giovanni di quest'anno (per la passata edizione vedi Gli Dei sorridono sulla Notturna di San Giovanni, io meno) io e Rico avevamo deciso di prendercela comoda e camminare, anche perché considerando la mia velocità di corsa e il ritmo da bersagliere che mi tocca tenere quando vado a camminare con lui, non ci avremmo messo molto più tempo dello scorso anno...
Sfortunatamente con l'approssimarsi del D-Day l'evento stesso è parso a rischio, vittima della furia degli elementi che secondo le previsioni meteo si sarebbero abbattuti su quel fine settimana, affogando in ettolitri di pioggia qualsiasi buona intenzione podistica. E in effetti la sera prima della gara Madre Natura aveva dato ragione al colonnello Bernacca, sfoderando il meglio del proprio repertorio: tuoni, fulmini e piogge torrenziali. 
Immaginate la mia sorpresa quando il mattino dopo, nonostante avesse rinfrescato, i miei occhi si sono aperti su un cielo limpido e un sole splendente; di fronte a tanto ben di dio ho pensato Carpe Diem! e sono andata a fare una corsetta, sai mai che le previsioni ci azzeccassero per la serata, mandando a monte la Notturna... 
Sfortunatamente non avevo considerato che, anche se preceduto da una notte di diluvio, il sole di giugno si riprende in fretta e già dopo un quarto d'ora sudavo abbondantemente e la testa sembrava andarmi a fuoco. Sono riuscita a resistere per trenta interminabili minuti, dopodiché a malincuore ho gettato la spugna (in realtà ormai la spugna ero io).
Neanche a dirlo, non è caduta neanche una goccia di pioggia in tutto il giorno.
All'ora X siamo partiti per la nostra camminata con una formazione composta dalla sottoscritta, Rico, la Clodia e Tommasoni; abbiamo affrontato il percorso in modo molto rilassato, eccetto in quei cinque minuti in cui siamo stati travolti dalle centinaia di corridori della competitiva che ci hanno superato, sfrecciando intorno a noi come mustang e costringendoci a trovare rifugio dietro una colonna per non venire travolti dalla mandria impazzita.
La camminata è stata molto piacevole, la vista dall'Abbazia del Monte al tramonto era splendida ma confesso che la mia attenzione a quel punto era focalizzata su ben altro: davanti a noi c'erano due tizie che avevano portato il concetto di Bella Figheira a livelli impensabili: dovendo scegliere l'abbigliamento più adatto alla camminata (seppure di soli 6 km includeva varie salite piuttosto ripide), una delle due aveva optato per una maglia obliqua che cadeva lasciando tutta una spalla di fuori, i capelli raccolti in stile Nicollette Sheridan anni 80 e, udite udite, una borsa di Fendi che teneva orgogliosamente al braccio con la tipica inclinazione dell'arto che contraddistingue chi non è mai stata sfiorata dal pensiero che le braccia siano più che semplici attaccapanni per borse griffate.
Vedendo che la nostra squadra, distratta dalle chiacchiere, aveva visibilmente rallentato l'andatura, ho fatto loro presente che per me potevano anche fermarsi a fare le capriole sul prato ma noi la camminata non potevamo finirla dietro la Bella Figheira con la borsetta. Una degli standard minimi li deve avere.
Mi tocca ammettere che la tipa in questione prendeva molto sul serio il suo personaggio: il braccio è sempre rimasto ad angolo retto, abbassandosi solo per brevi istanti, uno dei quali purtroppo proprio mentre io cercavo di scattare una foto per documentare la situazione. Mannaggia.
Verso la fine del percorso, mentre affrontavamo l'ultima ripidissima salita invocando a intervalli regolari uno ski-lift o uno spritz, siamo stati superati dai cyborg della competitiva i quali, oltre ad aver per-corso una distanza doppia rispetto alla nostra, correvano su per la salita senza fare una piega. E pensare che da fermi sembravano terrestri come noi.
A fine corsa siamo andati a ritirare la maglietta premio ed è stato quello il momento più difficile di tutta la giornata: da una parte in questi casi è meglio andare subito al ritiro t-shirt, così non si rischia di arrivare quando l'unica taglia rimasta è la XL come mi successe l'anno scorso; dall'altra parte per ottenere una M devi farti strada in mezzo a una marea di braccia spalle e schiene tutte sudatissime e sempre in movimento per cui solo Mandrake riuscirebbe a evitare di farsi toccare. Quando esci ti sembra di essere stata attaccata da un branco di lama e leccata a morte.
Forte dell'esperienza acquisita mi sento di pronosticare che l'anno prossimo invece di correre allestiremo un chioschetto lungo il percorso e ci arricchiremo servendo Spritz ai partecipanti assetati.