Sulla crisi economica che affligge da un bel pezzo il Paese sono stati fatti studi e analisi di ogni genere, principalmente al fine di capire quanto ancora ce la dovremo sorbire; nonostante l'enorme valore scientifico di questi sforzi, io ho deciso di indagare a modo mio e ho rivolto l'attenzione altrove, nello specifico, sul numero di Grazia del 21 gennaio scorso.
In copertina la rivista ci promette ben 250 look per la primavera estate e quindi tu inizia a sfogliarla sperando che ti dica cosa diavolo andrà di moda in questa stagione: le borse a forma di pasticcino? Le scarpe fatte coi copertoni dei Tir? Chi meglio di Grazia può guidarci nell'intricato universo fèscion?
A pag. 82 troviamo, come promesso, le scelte di Grazia per la moda primavera-estate. Datemi dell'inguaribile ottimista ma non posso evitare di partire con una certa fiducia, tra questi benedetti 250 look vuoi che non ce ne sia qualcuno anche per noi esseri umani normali?
La pag 84 parte con garbo rivelandoti che in questa stagione vanno le RIGHE e puoi già sentire la fiducia crescere, le righe di per se non sono niente di terrificante, se escludiamo il fatto che in redazione paiono prediligere le righe orizzontali, possibilmente larghe, un tipo di fantasia che farebbe sembrare boteriana anche Olivia di Braccio di Ferro.
La pag. 86 è la solita zuppa riscaldata di nero, pelle, spille, fibbie e compagnia bella, forse un look un po' troppo dominatrix ma anche qui nessuna sorpresa.
Sorpresa che arriva invece a pag. 88 con i tailleur pantalone monocolore che saranno tanto utili quando si va a lavorare ma fanno sempre un po' l'effetto di un manichino in vetrina.
A questo punto io sarei già a posto per la mia primaveraestate: ho le righe (sottili), il nero (no fibbie, no dominatrix) e i tailleur (quelli proprio solo no), però in cuor mio so che non può essere tutto così rapido e indolore e quindi rassegnata giro pagina.
Qui la vita si fa dura, a pag. 90 scopriamo che va il look squaw (frange ovunque, un po' Kit Carson e un po' Pocahontas); mentre tentiamo disperatamente di digerire l'agghiacciante scoperta che il baule western non l'hanno sigillato a suo tempo e buttato a mare, la pag 91 ci abbatte con una potente mazzata: il 700, ispirazione Maria Antonietta, moda per dame contemporanee.
Confesso che arrivata a questo punto ho un po' paura ma ormai ho fatto 30, facciamo
31, quindi incurante del fatto che se ci fanno sopra dei film horror un motivo ci sarà, giro la pagina e quello che viene dopo me lo merito tutto:
Pag 92 - Gli abiti sembrano giardini (se è così qualcuno ha sbagliato qualcosa)
Pag. 94 - La palestra detta ancora lo stile (c'è una modella inzampata in un robo che la fa sembrare un sacco, non oso immaginare l'effetto su una donna umana)
Pag. 96 - I pois (lo stile Alkaseltzer incombe)
Pag. 97 - L'effetto nudo (a una certa età gli spifferi sono da evitare)
Pag. 98 - Patchwork (serve aggiungere altro?)
Pag. 99 - Anni 70
Pag. 100 - Solo Bianco
Pag. 102 - Stampe psichedeliche
Pag. 103 - Piume
Pag 104 - L'immancabile Denim
E, ciliegina sulla torta,
Pag. 106 - Verde
Pag 107 - Latina (la donna, non la città)
Mi pare evidente che, di fronte a un calo significativo delle vendite (e torniamo alla crisi), i capoccia del settore abbiano deciso che questa volta va di moda la qualunque così, vuoi che non ci prendano almeno una volta?
Fosse stato per me avrei concluso questo reportage dalle sfilate sottolineando che lo stile mix & match (leggi mettiti quello che ti pare, come ti pare, con cosa ti pare) non passa mai di moda.
E se non comprano così...
Nessun commento:
Posta un commento