Sono le tre di notte quando finalmente io, Rico e Alex Monogawa chiudiamo la porta della Vecchia Stazione e andiamo verso le macchine, con l'andatura tipica dello zombie. Onestamente non so come riusciamo ancora a tenerci in piedi, sarà che fortunatamente l'adrenalina è ancora in circolo, speriamo lo rimanga per il tempo che serve ad arrivare a casa.
Per tornare invece alla cronaca della serata, inizierei col dire che, essendo la prima volta che Farnedi era accompagnato da una decina di musicisti, tra band e ospiti, la logistica è stata un po' un delirio (e non fatemi ripensare alla via crucis del panno nero, vedi Il panno nero, se lo conosci lo eviti).
Siamo arrivate (io e la Piraccini che per l'occasione sfoggiava un paio di scarpe taccatissime) in loco cariche di bottiglie d'acqua, lattine di coca e birra per rifocillare la truppa e, dopo aver salutato un po' tutti, ci siamo sistemate nelle nostre postazioni di lavoro.
La suddivisione dei compiti mi aveva assegnato la vendita di cd e magliette, un compito per cui sono assolutamente portata, come dimostra il seguente dialogo:
Lei - Ciao, questo è il cd nuovo?
Io - Sì
Lei - E quello invece?
Io - Quello è il suo primo CD.
Lei - Quale mi consigli? Io non le canzoni non le conosco...
(si noti come qui entrano in gioco le mie grandi capacità di vendita)
Io - Se fossi in te io prima di comprare un CD aspetterei di ascoltare il concerto, dopo decidi quale dei due prendere.
Lei - E queste compilation?
Io - In ognuna c'è un pezzo di Enrico, però quei pezzi puoi trovarli anche nei due cd che ti dicevo.
Se fossi una venditrice pagata a commissione sarei morta di fame da un pezzo.
Il concerto è iniziato da lì a poco con un'entrata stilosissima di Farnedi con giacca di paillettes viola ed è poi proseguito per un'ora e mezza senza interruzione; io me lo sono visto tutto seduta sul mio sgabello e circondata da tanti amici e anche da un termosifone rovente che pensavo mi avrebbe trasformato a breve in una mummia.
Ci sarebbero tante cose di cui parlare ma la logorrea è in agguato, quindi mi limito a dire che si è creata un'atmosfera bellissima e particolare, la sensazione di assistere a un evento davvero speciale, reso speciale non tanto o non solo dalle canzoni, dai musicisti e da Farnedi, ma soprattutto da tutti quelli che erano lì, dal loro entusiasmo, dalla voglia di ascoltare e perché no, anche di cantare.
I cori che ho sentito su Lena, Quanto piangere e Corso Sozzi avrebbero commosso una pietra.
Di tanto in tanto mi guardavo intorno e osservavo le persone, le loro facce sorridenti, pensando che un pezzettino di quei sorrisi era anche merito mio. Sono pensieri che fanno bene.
Concludo con un wow, una serata così proprio non me l'aspettavo. E non mi sto riferendo
semplicemente al fatto che sono venute talmente tante persone che a un certo punto alla cassa hanno dovuto attaccare alla porta il cartello che vedete nella foto (son soddisfazioni); lo stupore e la gratitudine sono per tutti gli amici che sono venuti da lontano, sciroppandosi ore di macchina e di treno, quelli che si sono organizzati in modo da esserci nonostante tutto e tutti, quelli che non essendoci più sedie sono rimasti in piedi, sfidando il caldo tropicale, insomma quelli che ci hanno fatto capire, in un modo o nell'altro, che volevano davvero esserci. Grazie.
È stato un piacere! :)
RispondiElimina:)
EliminaHo conosciuto Orsini finalmente!
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