sabato 9 maggio 2015

La Freccia Lenta torna a colpire

Immaginate la scena: Roma, venerdì pomeriggio siamo in un taxi diretto alla stazione Termini, fuori diluvia e il traffico aumenta di minuto in minuto.
La giornata di lavoro è stata parecchio pesante e questo imprevisto proprio non ci voleva; mancano solo 30 min alla partenza del mio treno e la cosa non promette bene, sto già elaborando piani B ma in tutti finisco a vagare per la stazione di Bologna in piena notte.
Mentre valuto se telefonare a Rico implorando che mi venga a prendere a Bologna, l'autista si ferma accanto al marciapiede e per un attimo mi sembra di sognare: davanti a me, oltre la pioggia, c'è la stazione Termini.
Sono le 18.25, il treno parte alle 18.30, posso farcela, forse. Mi lancio in una corsa disperata sotto il diluvio e con un ultimo colpo di reni salgo sul treno gocciolando. Le porte si chiudono alle mie spalle e con un sospiro di sollievo mi avvio verso la mia carrozza, ce l'ho fatta!
Mezz'ora dopo le cose non sono più così chiare, il frecciarossa è fermo in mezzo al nulla e non dà segno di voler ripartire. La gente intorno a me borbotta, io vorrei abbandonarmi a una catartica sfilza di madonne ma sono troppo stanca, voglio solo arrivare a Bologna in tempo per la coincidenza, è stata una giornata moolto lunga. 
Si vede che non deve andare così, quando scendo a Bologna il treno ha oltre un'ora di ritardo, addio coincidenza. Raggiungo il chiosco Trenitaglia dove l'omino mi scarabocchia il biglietto informandomi che c'è un treno sul binario 6  tra due minuti, gli faccio notare che per riemergere dalle profonde viscere dell'Alta Velocità ci vogliono ben più di due minuti ma lui ribatte di non preoccuparmi che anche quel treno è in ritardo. Immagino volesse rincuorarmi ma non c'è riuscito.
Salgo i due piani di scale e finalmente raggiungo il binario 6 dove mi aspetto di dover correre per salire al volo su una carrozza già in movimento, invece mi trovo su un binario vuoto e altrettanto vuoto è il tabellone sul binario, evidentemente il famoso treno è già partito da un pezzo.
No ma, dico, diamo i numeri? Non doveva essere in ritardo sto cacchio di treno? Se in questo
momento uscisse qualcuno da dietro un angolo gridando "Sorridi, sei su Candid Camera!" lo menerei. Ridiscendo furibonda nel girone dell'Alta Velocità e raggiungo l'omino nel suo stramaledetto chiosco, che spero prenda fuoco, c'è ancora gente in fila e noto che, vedendomi avanzare, qualcuno è sul punto di farmi notare che c'è la fila ma probabilmente la mia faccia vale mille parole per cui tutto tace.
Lo informo della situazione e dopo aver rifiutato un po' bruscamente un altro treno in partenza in quei minuti, non mi resta che l'intercity per Lecce delle 22. Mi ritrascino di sopra masticando maledizioni all'indirizzo dell'omino e di Trenitaglia in generale. Domani in molti si sveglieranno pelati.
Gli ultimi ricordi di quella notte sono di un treno affollatissimo e un conseguente aroma di umanità fin troppo ricco, seguiti dal celestiale suono delle porte del treno che si aprono e l'aria fresca della notte che mi accoglie.
"Cesena, Cesena, stazione di Cesena"

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