Mi pare che i nostri amici d'oltreoceano abbiano le braccine parecchio corte, almeno a giudicare dalla carta igienica che qui consiste in enormi rotoloni di UN solo velo (ci vedi attraverso, giuro) quindi devi tirarne fuori mezzo chilometro per costruirti un rettangolino consistente che faccia il suo lavoro.
Gli orari dei pasti sono insensati, ieri ci hanno portato a cena alle 17! Va bene che dobbiamo essere accomodanti ma alle 17 una si aspetta il tè coi biscotti, non la salsiccia con la cipolla e il riso alle verdure!
Poi ovviamente alle 22 ti viene la prevedibile botta di fame e ti tocca sfamarti con quello che trovi nelle macchinette.
Sospetto che ci sia un accordo segreto con quelli delle macchinette in questione, altrimenti come si spiegano questi orari da pensionati in Florida?
C'è poi la spinosa questione dell'aria condizionata polare: tu scendi dall'aereo ormai trasformata in un bastoncino Findus (vedi Boccia nella Mela - parte 1) poi esci dall'aeroporto e per raggiungere l'autobus ci vogliono quei 5 minuti a 28 gradi per cui ti scongeli, peccato che poi il pullman sia una cella frigorifera per cui ti risurgeli fino all'arrivo al campus dove scaricare le valigie e salutare lo staff ti scalda e permette al sangue di ricominciare a circolare, almeno fino a quando non varchi la soglia dell'edificio che spazzerà via per sempre le tue illusioni: tu pensavi di sapere cosa fosse il freddo ma ora capisci che ti sbagliavi, quello che ti trovi ad affrontare è probabilmente lo stesso freddo che ha portato alla scomparsa dei dinosauri e, sospetti, presto farà lo stesso con te.
Il colpo di grazia ti aspetta in camera: un caldo umido da foresta tropicale, se ti azzannasse un coccodrillo non ti stupiresti (e almeno, pensi, metterebbe fine alle tue sofferenze).
Ma com'è possibile che questi non si siano ancora estinti?
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