martedì 19 luglio 2016

Boccia nella Grande Mela - The End

Sono sul punto di partire per la mia seconda "vacanza" con i boccia, stavolta in Inghilterra, quindi mi tocca chiudere il capitolo USA.
Qui sotto trovate alcuni commenti e impressioni liberamente accumulate durante il soggiorno.

"Dopo una settimana di soggiorno la cosa più buona della mensa sono state le polpette dell'Ikea, sul menù c'era scritto polpette svedesi ma erano proprio quelle surgelate Ikea.
Indimenticabile  il petto di pollo alla griglia, stoppaccioso e insapore fin dal primo giorno, forse perché è ancora quello del primo giorno, la versione USA della Luisona.
Immancabili hamburger e wurstel, nonché wafer alternati a pancake o french toast per colazione. L'indurimento delle arterie vien mangiando.
Se osservi i passanti sembra sempre che corrano da qualche parte, come la tartaruga della canzone.
La carta igienica del Hard Rock Cafe è 10 piani di morbidezza quindi gli americani sanno che una carta igienica decente esiste ma con quelle braccine corte non riescono a comprarla.
In aereo con swissair stiamo preparando l'atterraggio e si vede uno dei loro cioccolatini a forma di palla da calcio (triste ricordo degli europei) che rotola lungo il corridoio.
Filadelfia, andiamo al museo della costituzione, a vedere la campana della libertà, nonché il luogo dove una donna di cui non ricordo il nome ha cucito le 13 stelle sulla prima bandiera americana, mancava solo quello che visitassimo la piantagione dove hanno coltivato il cotone usato per tessere la bandiera e poi eravamo a posto.
No shopping, unico tempo libero nel negozio del museo, ci sono la cravatta dei presidenti, i busti dei presidenti, la bambola della donnina che cuce la bandiera, tutti regali perfetti per la Tombola degli Orrori di Natale, la faranno anche qui?
C'è pure una macchina che dispensa zucchero colorato da ciucciare, il dubbio che venda droga sotto copertura c'è ma poi ragiono che costa troppo poco.
La mattina del check out il livello di organizzazione raggiunge altezze da Fossa delle Marianne: dobbiamo fare il check out entro le 9 perché poi i boccia  hanno lezione ma i nostri strepitosi manager decidono che, oltre alla chiave, dobbiamo portare giù anche lenzuola, copriletto, federa, cuscino e asciugamani (manca che ci chiedano di dare una pulita al bagno).
Genialmente decidono di informarci appendendo avvisi quella stessa mattina e, com'era prevedibile, parecchi boccia non li vedono quindi alle 8.40 la metà viene giù senza biancheria da letto e viene rispedita su, all'altra metà spesso manca qualche pezzo (il cuscino e la coperta sono i più gettonati) quindi viene anch'essa rispedita su, con grande viavai di boccia tra i due piani e inevitabile ingorgo degno di New York.
Il check out è alle 9 ma il nostro aereo parte alle 20.55 quindi i cari manager si ritrovano con 60 valigie da stivare da qualche parte (non ci avevano pensato, che sorpresa) e altrettante persone ciondolanti in giro e comprensibilmente incazzate (1 bagno x 40 persone).
Riusciamo a partire nonostante ci mancasse un pullman (i nostri due gruppi partivano da due aeroporti diversi ma in ufficio non lo avevano notato, ormai non ho più neanche la forza di insultarli) e se dio vuole decolliamo.
In aeroporto a Zurigo abbiamo solo 50 minuti per prendere la coincidenza e ovviamente uno si dimentica le scarpe in aereo ed esce in ciabatte; quando Cenerentola torna calzando le scarpine ci rimettiamo in marcia ma noto che rimane un borsone per terra, quindi mi tocca fermare tutti di nuovo (a questo punto mi frega zero se lasciano lì qualcosa ma i bagagli incustoditi fanno scattare l'allarme bomba e oggi mi manca solo quello.)
Ci tocca pure un altro controllo passaporti e, mentre io sento nascere una gastrite, i boccia invece di darsi una mossa strascinano i piedi come se fossero a ciondolare in centro. Vorrei avere il pungolo da bestiame. Calma e serenità.
Qualunque viaggio tu faccia con tineger italiani sai che prima o poi ti faranno vergognare, per un motivo o un altro. Commentano tutto urlando, nonostante tu gli abbia fatto notare che non parlano ostrogoto ma italiano, quindi su un aereo che va a Milano è probabile che li capiscano in parecchi. 
L'unica soluzione che ho trovato è sedermi al mio posto è fingere di non conoscerli.
I'm sorry, no parla, no capisc. 

Nessun commento:

Posta un commento