Nuova cronaca
dall’avamposto innevato di Cesena: grazie al cielo dopo un ultimo fine
settimana di bufera pesante, la situazione sta tornando alla normalità (almeno
qua da basso, quelli che abitano in montagna sono ancora parecchio in
difficoltà).
Al momento abbiamo tutte
le strade principali libere ma, essendoci montagne di neve ovunque, non si
trova un parcheggio neanche a pagare, per cui ognuno si arrangia come può, c’è
gente che dopo aver spalato per una vita per liberare la propria macchina si
rifiuta di usarla per paura di non trovare parcheggio al ritorno (sospetto che
il vicino scic di cui vi parlavo nel post precedente Vita tra i ghiacci - prima parte la pensasse così). Per
occupare il proprio parcheggio si usa di tutto, dalle cassette di plastica fino
alle sedie, mi aspetto che prima o poi qualcuno ci metta a sedere il nonno ottantenne
con una copertina sulle ginocchia e un termos di vin brulé.
Durante la settimana di
clausura nevosa, ho visitato regolarmente la pagina facebook del comune per
farmi un’idea di come andavano le cose fuori e mi son trovata a leggere i
commenti di certi soggetti i quali, nel pieno dell’emergenza (i mezzi
dell’esercito appena arrivati a San Carlo e costretti a tornare indietro perché
la strada era impraticabile, parecchie famiglie completamente isolate e senza
luce o acqua), si lamentavano perché il Comune non aveva ancora pulito i
marciapiedi. Mi chiedo se su facebook sia possibile aggiungere all’opzione “mi
piace” anche quella “ti prenderei a badilate”.
Qualche giorno fa, dato
il redivivo bel tempo e le strade principali libere (e soprattutto visto che avevamo a pranzo
Marco Bovi e Mohuro Mauro Gazzoni e il frigo era vuoto), ho preso la macchina e
sono andata a fare la spesa. La guida in queste condizioni mette alla prova anche gli animi più miti, se da una parte cerchi di andare piano e non investire i pedoni
costretti a camminare sulla carreggiata, dall’altra ti trovi di fronte a
un’umanità che pare aver subito una radicale lobotomia. Mi spiego: esco dal supermercato e c'è la fila. Perché? Perché più avanti ci sono due gigini che camminano per strada appaiati, paralizzando la circolazione con la massima nonchalance. Mi unisco ai colleghi automobilisti mandando anch'io un paio di maledizioni a Cip e Ciop e non vi dico la sorpresa quando, superandoli, noto che indossano divise molto simili (per non dire identiche)
a quelle degli autisti dei nostri bus, che in fatto di ostruzioni al traffico dovrebbero saperla lunga.
Rimanendo in tema di
lobotomia, analizziamo brevemente il caso della signora con la borsa della
spesa che pareva voler attraversare la strada. Ecco come sono andate le cose: io
sto arrivando dall’altro lato della
strada e vedendola lì ferma con le borse della spesa, mi fermo per farla passare, lei mi lancia uno sguardo
assolutamente privo di espressione e se ne resta lì stocafissata per un paio di
secondi, come se fosse la cosa più bella del mondo star lì al freddo con dei pesi da portare. Io continuo a fissarla alla disperata ricerca di un segnale: vuoi andare? Passo io? Dall'altra parte tutto tace, encefalogramma piatto. Poi, improvvisamente si anima, però inizia a camminare parallelamente alla strada senza dare
segnali di attraversamento imminente, al che io concludo che mi son sbagliata,
riparto e me ne vado, ed è solo a quel punto che la signora (che sto ancora
osservando dallo specchietto retrovisore) parte e attraversa la strada. Se
avete interpretazioni plausibili dell’evento (alternative alla lobotomia) sono tutt’orecchi.
dalla foto non si direbbe ma c'era un gran sole, giuro! |
Arrivati in vista di casa
ho notato in fondo alla via l’ormai famosa macchina del vicino scic, ferma in
mezzo alla strada con il portabagagli aperto; niente di strano se non fosse che
non c’era traccia alcuna del guidatore e che non è comparsa anima viva neppure nei minuti
successivi. Non ho perso tempo a cercare di capire il perché della cosa (l’esperienza insegna), mi sono semplicemente immaginata che trovandosi a dover
spalar la neve davanti al garage e non sapendo dove metterla il nostro uomo
abbia deciso di metterla nel bagagliaio per portarla via, salvo poi sentire i morsi della fame e abbandonare tutto per mettersi a tavola. Non ho prove che ciò
sia successo ma francamente, visti i precedenti (vedi sempre Vita tra i ghiacci - prima parte), non mi pare
un’ipotesi tanto strampalata.
Facendo una sommaria analisi della situazione direi che, tutto sommato, a noi le cose potevano andare molto peggio, sono quelli che abitano nelle frazioni più in alto che si son trovati davvero nei guai; c’era chi doveva uscire a spalare la neve ogni trenta minuti altrimenti non riusciva più ad aprire la porta, sono crollati tetti di stalle e rimesse, per non parlare di chi era isolato e aveva necessità mediche. Non riesco neanche a immaginare come si possano essere sentite tutte queste persone quando hanno visto alla tv o sul web i mille servizi sul’emergenza neve di Roma e le foto di Alemanno, con tanto di elmetto, che tentava di spalare la neve, tentativo infruttuoso causa principalmente il fatto che non c’era neve a sufficienza per poterla prender su con la pala, per cui gli è toccato far mucchio con pigne, aghi e affini.
Di fronte a questa presa
per i fondelli di proporzioni colossali, la Romagna è insorta e nel giro di qualche ora la Rete è stata invasa da video, foto e
commenti a non finire. Qui sotto ne trovate alcuni esempi, a dimostrazione del fatto che dalle nostre parti,
anche se in difficoltà, non ci si perde d'animo né ci si lascia prendere per il culo senza reagire, questo sì, con un tocco romagnolo doc.
Primo video: il cittadino romagnolo giustamente indignato
Da qui in avanti la creatività la fa da padrona:
Ecco come il romagnolo verace spala la neve:
Un'ultima chicca per gli appassionati di videogiochi:
http://www.youtube.com/watch?v=ePDcVJOjc50&feature=results_main&playnext=1&list=PLE6C2F6B4A41D690D
RispondiEliminamancava questo! by A.PRESIDENTE!
PECCATO NON SI VEDE!!!
RispondiEliminaBY A.P
Se evidenzi l'indirizzo e fai "apri link" ti ci manda.
RispondiEliminaGrazie del contributo! :)