sabato 24 dicembre 2011

L'ukulele con la barba bianca è una renna col naso rosso

Oggi vi parlo di una novità di questi ultimi mesi, però per fare un cappello fatto bene devo tornare indietro di almeno tre lustri. Come saprà chiunque trovasi a intrattenere relazioni con il musicista medio, questi non riesce a concepire che chi gli sta intorno non provi il medesimo smodato entusiasmo per la sacra arte e quindi a intervalli regolari incoraggia a destra e a manca affinché si intraprenda lo studio di uno strumento musicale.
Negli ultimi quindici anni mi sono stati presentati strumenti di ogni genere e sospetto che l’unico motivo per cui non siamo arrivati a didjeridoo e affini è solo di tipo organizzativo/logistico (oltre ovviamente alla comprensibile preoccupazione delle ecchimosi che causerebbe l’essere colpiti ripetutamente con i citati strumenti). La risposta è sempre stata un fermo no, di musicista in famiglia ne basta uno.
Negli ultimi anni però è arrivato un nuovo inquilino, piccolo, simpatico, uno che non se la tira per niente e ti guarda sorridente come a dirti “Dai, prendimi in mano, senza impegno!” E così mi sono ritrovata a pensare che forse con lui lì potevo anche andare d’accordo, chissà.
Un paio di mesi fa ho comunicato la mia intenzione al musicista di cui sopra, il quale è partito subito in quarta con un piano di studi che avrebbe fatto venire freddo ai piedi a Mozart quindi ho dovuto mettere dei paletti. Io mi conosco e so benissimo che non ho voglia di mettermi lì a studiare per studiare, quindi gli ho detto che volevo imparare canzone per canzone, in modo da avere qualche gratificazione a intervalli regolari. L’uomo ha mugugnato cose del tipo mai che stia a sentire! Deve far sempre come pare a lei ecc (e non è che non abbia ragione in effetti) ma alla fine mi ha assecondato, salvo poi darmi della lavativa un giorno sì e uno no. Così facendo ho imparato la mia prima canzone e non mi dilungo se non per dire che quando sono riuscita a cantare e suonare La gatta di Gino Paoli c’era una parte di me che aveva un sorriso da orecchio a orecchio mentre l’altra parte mi guardava e pensava ma sei scema?

Avvicinandomi al Natale, ho pensato che mi avrebbe fatto piacere condividere con voi quella che è a tutti gli effetti la mia canzone di Natale preferita, quella sulla renna Rudolph e il suo naso rosso, una canzone allegra e che non la fa cadere dall’alto, si diverte e basta. Spero che vi piaccia.

 


Questo articolo è stato scritto per la rubrica l'Angolo dell'Estrema Riluttanza su stonehand.it: http://www.stonehand.it/wordpress/?cat=271

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