sabato 10 ottobre 2015

La streghetta non è sempre benvenuta


Sono le 20, il buio è ormai sceso ma la temperatura è ancora piacevole, un miracolo se si pensa alle ultime due settimane di tempo britannico che abbiamo avuto; oggi il bel tempo è ancora più importante perché ci coglie in fila fuori dal Carisport di Cesena, dove questa sera è previsto nientepopodimeno che il concerto di Morrissey, e non oso neanche immaginare come sarebbe stato passare 40 minuti in attesa sotto il diluvio.
Il nostro gruppetto si era dato appuntamento con armi e bagagli alle 19.30 e devo dire che abbiamo dato prova di grande puntualità: ci siamo piazzati britannicamente in fila davanti all'ingresso e abbiamo cominciato a tirare fuori vettovaglie dalle borse come se non ci fosse un domani (il picnic di Pasquetta impallidiva al confronto): piadine, crescioni, streghette imolesi e patatine vegane (un mistero, le altre patatine non lo sono?), tutto rigorosamente vegetariano, avendo noi appreso da voci di corridoio che ai concerti del nostro Morris, essendo lui vegano, non è consentito consumare alimenti di origine animale.
Secondo il piano iniziale avremmo conquistato i posti migliori battendoci con un coltello tra i denti, per poi consumare il nostro non tanto frugale pasto all'interno del palazzetto ma, essendo lì in fila e dovendo passare il tempo, la cena è sembrata a tutti la soluzione ideale. E per fortuna! Quando finalmente si sono aperte le porte ci è stato detto (da alcuni nerboruti individui che, in quanto nerboruti, avevano per forza ragione loro) che non era permesso portare alcun tipo di cibo o bevanda all'interno, per ragioni di sicurezza.
Le nostre borse sono state aperte e perquisite una per una, sembrava di essere all'aeroporto di Heathrow il giorno dopo un attentato.
Per un attimo mi sono immaginata il mondo in un prossimo futuro di neo-proibizionismo, un universo in cui è vietato mangiare carne e le forze dell'ordine pattugliano i luoghi pubblici con l'ausilio di cani anti-carne: la mafia, come sempre in questi casi, ha creato una rete di contrabbando altamente sofisticata per cui, per mezzo di arditi corrieri, sarà possibile ricevere direttamente dentro al palazzetto un panino con la porchetta, questo sì, pagandolo cifre astronomiche.
Tornando al qui e ora, ci siamo trovati a dover gettare via pericolosissime (seppur veganissime) bottigliette di acqua minerale (quelle che, come tutti sanno, noi hooligan di mezza età siamo soliti usare come palla da baseball durante i concerti), panini consumati a metà e le ultime streghette rimaste (quelle forse per motivi religiosi?), salvo poi arrivare in prossimità del bar e scoprire che le nostre bottiglie di plastica sono pericolosissime ma le lattine di birra del bar no, quelle evidentemente hanno un sistema di airbag che, se le tiri contro qualcuno, si attiva e rimbalza sul bersaglio con la delicatezza di una nuvola. Miracoli della tecnologia.
Per quanto riguarda il concerto, la mia non sarà una recensione canonica; pur essendo al mio secondo concerto di Morrissey, conosco poche sue canzoni e non sono in grado di dirvi se le ha cantate fedelmente o reinterpretate in modo ardito; il motivo per cui ho deciso di andare (nonostante il prezzo non proprio abbordabilissimo) è che ricordavo l'atmosfera  meravigliosa che avevo respirato la volta scorsa a Firenze (vedi Morrissey, la banda Fratelli e il sacco di Firenze) e speravo di ripetere l'esperienza. Così è stato, complice l'ottima posizione centrale e un po' rialzata (posti scelti accuratamente arrivando con smodato anticipo) che ci ha permesso di godere appieno di musica e luci indiavolate.
Il chitarrista che a Firenze era vestito da donna questa volta ha tenuto un basso profilo e devo dire che tutti i musicisti hanno dato prova di sè suonando qualunque strumento immaginabile; a parte l'arpa e il triangolino si è visto di tutto, a un certo punto un fan si è buttato sul palco e per un attimo ho pensato che qualcuno dei musicisti avrebbe afferrato e suonato anche lui. Il tempestivo intervento dei buttafuori ha lasciato la mia ipotesi sospesa nell'aria, restituendo di volata l'uomo alla folla.
Concludo con un pacato ma giustificato sfogo: capisco che nel mondo delle t-shirt commemorative tutto viaggi a una velocità pazzesca, o la stampi subito o muori, però, però, però, almeno il controllo ortografico facciamolo!
OCT. 8 - CESANA?!!! Sant'Iddio CESANA?!!!





P.s. questo post è stato scritto per la mia rubrica "L'angolo dell'estrema Riluttanza" su Stonehand Express








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