Fatto sta che trovo sempre mille scuse per rimandare.

Il primo e più devastante risale a una quindicina d'anni fa; fino a quel momento ero sempre andata dalla stessa parrucchiera (più che altro per non dover cercare qualcun'altro), una tizia blasonatissima (e oltretutto molto cara) da cui andava mia mamma da una vita, una di quelle che la fan cadere così dall'alto che pare un asteroide, che aborrono chi le chiama parrucchiere, loro sono hair stylist o hair designer, che nella loro testa farà una gran differenza, immagino.
La famosa volta del trauma andai a fare una permanente e quella cara donna, tutta presa a far salamelecchi alle sue clienti fisse (quelle che una volta alla settimana cascasse il mondo s'ha da fare la messa in piega) mi ha lasciato nelle mani di una dipendente poco esperta (o distratta, o sadica, non s'è mai saputo), la quale si è completamente dimenticata di avermi messo dell'acido sui capelli con il risultato di ridurre la mia chioma (naturalmente dritta come spaghetti) in un ammasso crespo. Non sto scherzando, sembravo Michael Jackson ai tempi dei Jackson Five.
Ha avuto pure il coraggio di farmi pagare e io da vera babbea non ho protestato (a mia discolpa, ero sotto shock). Cè voluto quasi un anno perché i miei capelli riassumessero un aspetto almeno umano.
Ovviamente da quel momento in poi non ci ho più messo piede e mi sono premurata di comunicare la mia disaventura a parenti e amici. Non aprite quella porta.

La cosa avrebbe dovuto farmi riflettere ma sono di testa dura (se così fosse non avrei nulla di cui scrivere), quindi qualche giorno dopo ho preso appuntamento e mi sono messa nelle loro mani e, naturalmente, ho subito lo stesso destino (eccetto le orecchie nere): quando sono uscita dal negozio avevo un gran bisogno di un taglio di capelli.
Per farla breve ho dovuto cercare un altro negozio, però questa volta mi è andata decisamente meglio e, essendo uscita soddisfatta la prima volta, a distanza di un mese e mezzo ci sono tornata. Ecco com'è andata: quando sono arrivata erano già tutti occupati, quindi ho preso una rivista e mi sono seduta in paziente attesa. Davanti a me stavano mettendo in piega una signora anziana che a metà del lavoro ha risposto al cellulare e iniziato un'animata discussione con suo marito mentre il parrucchiere aspettava col phon in mano e una faccia che era tutta un programma.
Di lì a breve mi hanno fatto accomodare al lavaggio e devo dire che ho conosciuto momenti migliori: inizialmente il metodo adottato era forse un po' troppo energico ma niente di drammatico, però, quando il parrucchiere si è messo a tamponarmi i capelli con l'asciugamano mi sono sentita un po' come quei labrador quando gli fanno il bagno, sembrava che asciugasse il suo cane. Invece di asciugarmi le orecchie le ha prese tra l'asciugamano e le ha sfregate girandole! OOOOOOOOOOO!!!!!!! Ci terrei a tenerle attaccate!!!!!!
Anch'io però non sono stata da meno: una volta accomodatami sulla poltrona il parrucchiere mi ha chiesto chi di loro mi avesse tagliato i capelli l'ultima volta e ho dovuto ammettere che non mi ricordavo assolutamente, sapevo solo che era un uomo. Ho tentato di spiegare che senza gli occhiali (che ovviamente mi tolgo prima che mi lavino i capelli) non vedo niente, però non li ho convinti. In effetti devo ammettere che in questi casi io chiudo gli occhi e mi metto a pensare ai fatti miei ignorando il mondo esterno, però almeno ricordarsi una faccia...che vergogna!
Alla fine, tutto sommato, l'esperienza è stata interessante e, soprattutto, l'uomo mi ha fatto un gran bel taglio (per la seconda volta), quindi prevedo di tornarci tra un paio di mesi. E la prossima volta non ci saranno sorprese, prima di uscire gli ho dato una bella occhiata.
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