martedì 27 maggio 2014

Maaaa, com'è che funziona?

Eccomi di ritorno da un fine settimana di quelli che restano con te per parecchio tempo.
In data 12 maggio ho ricevuto da pubblico ufficiale la convocazione come scrutatrice al mio seggio (sospetto per sostituire qualcuno che nel frattempo si era dato alla macchia) e quindi sabato 24 alle ore 15.45 ho inforcato la bicicletta che non usavo da mesi e, dopo aver spolverato il sellino e tolto qualche ragnatela, sono partita decisa verso il destino.
Il quale destino mi aspettava sfregandosi le mani perché sapeva che questa volta, a differenza del passato, la votazione (o meglio le votazioni, essendoci elezioni europee e comunali) si svolgeva in una sola giornata (domenica 25) e, per rendere tutto ancora più riposante, qualche genio lassù in quel di Bruxelles (propongo un crowdfunding per mandare un energumeno a fargli visita, io offro la badila) aveva deciso che i dati si dovevano conoscere subito, per cui noi poveri peones scrutatori, dopo 16 ore passate a gestire gente che in condizioni normali investiresti con la macchina senza pensarci due volte, alle ore 23.00 ci siamo dovuti mettere a fare lo scrutinio delle schede per le elezioni europee.
Vi lascio immaginare le nostre condizioni fisiche e mentali, aggravate dai millemila adempimenti burocratici richiesti da due votazioni diverse (la segretaria alla sua prima esperienza nel ruolo, inspiegabilmente, non ha cercato di suicidarsi, io l'avrei fatto); inevitabile che alla fine i conti non tornassero insomma, tra una cosa e l'altra sono arrivata a casa alle 4.30 di mattina. Questo sì, ho evitato il traffico sulla via Cervese che di domenica è sempre un problema.
Il seggio in questione era piuttosto corposo (per essere un seggio di campagna in provincia, intendiamoci) quindi abbiamo avuto quasi sempre gente, e seppur nella stragrande maggioranza dei casi fossero persone normalissime, non sono mancate quelle piccole perle che lasciano il segno e che mi pare giusto mettere su carta per i posteri:
1) Arriva un tizio piuttosto giovane, massimo trent'anni; gli porgo le schede e questo le guarda e mi fa:
"Maaa, com'è che funziona?"
 "Cosa?" chiedo, tentando di capire se il problema siano le comunali o le europee.
Risposta: "Tutto"

2) Siamo a pieno regime, tutte le cabine sono piene quand'ecco che improvvisamente si sente il suono di un cellulare (ricordo ai distratti che entrare in cabina col cellulare è severamente vietato, pena multe salate e credo pure la galera); tutti pensiamo che il/la colpevole abbia dimenticato di spegnerlo e invece sto tizio bello come il sole risponde e si mette a chiacchierare DENTRO LA CABINA ELETTORALE. Al che il presidente del seggio, già parecchio provato, monta su tutte le furie e gli urla che non può tenere un cellulare in cabina ma ci vuole qualche secondo prima che Bello-Come-il-Sole si decida a spegnere ed esca dalla cabina facendo un sorrisetto di quelli che chiamano a gran voce una mazza da baseball.

3) Moglie e marito entrano ciascuno in una cabina e poi si mettono a discutere di cosa votare, segue altra scenetta con urla del presidente.
4) Una signora esce dalla cabina e quando vede il marito uscire con le schede piegate alla boia lo cazzia e lo rimanda a piegarle per bene.
5) Altro siparietto con donna con cellulare in cabina; lei uscendo sostiene di non aver mai sentito del divieto e, quando il presidente le risponde che lo hanno detto anche in televisione, ribatte con veemenza che è inutile che lui insista perché lei c'è anche stata in televisione. Il collegamento tra le due cose mi sfugge, sarà la stanchezza.
Per concludere, l'esperienza è stata devastante ma a suo modo istruttiva; comunque se non vi dispiace, cerchiamo di tenere botta fino a fine mandato che io queste personcine di cui sopra anche se non le incontro per qualche anno non piango.

domenica 18 maggio 2014

Chi lascia la strada vecchia per quella nuova...

Ed ecco al fine giungere, a lungo e assai bramato, dell'evento il giorno; quel dì dal cielo inviato a rallegrar le genti con l'arduo travagliare di tal Hayao Miyazaki, fecondo artista giuntoci da terre assai lontane.
Molti son fin lì giunti mossi da igual anelito e, dentro la nobil sala che gloriasi di ospitarli, notarsi può un brulicar di volti ma alcuni tra li visi risultan familiari, noti, notori, soliti, ebbene sì, siam noi.

Accomodati in luogo acconcio e malgrado l'oscurità, fin troppo tempestiva, l'opera appieno gustammo con imperitura gioia, seppur sovente impacciati da enunciati di natura pari al demoniaco. Non ci aggradò il Dio Bestia (il quale più che al divino rimanda alla bestemmia) e piangemmo la scomparsa della città del ferro barbaramente uccisa dalla fornace a volte, inspiegabilmente, fucina.

Bene, adesso provate a immaginare di andare al cinema a vedere La principessa Mononke e trovarvi ad ascoltare per oltre due ore dei dialoghi come questi, intervallati da esclamazioni del pubblico in sala del tipo: Cos'è che ha detto?

giovedì 8 maggio 2014

L'Uomo Criceto, Xena e le sorelle Pantene

eurovisionÈ un martedì sera e me ne sto accoccolata sul divano facendo zapping tra i canali del digitale terrestre quand'ecco che capito su Rai 4 e così, senza alcun preavviso, mi trovo ad assistere alla prima semifinale di Eurovision, uno di quegli eventi planetari che però in Italia non se lo è mai zuzzato nessuno.
La cronaca in italiano dell’evento è affidata al team di Caterpillar quindi ci sono tutte le premesse per una serata divertente.
Gli spettatori italiani inviano caterve di tweet che, pur comparendo in basso sullo schermo,  risultano illeggibili causa caratteri troppo piccoli però ogni tanto vengono letti ad alta voce e si rivelano delle vere perle.
Sfortunatamente la diretta è iniziata già da un po’ quindi i primi quattro concorrenti ce li siamo persi ma tra gli altri dodici c’è di che commentare:
a) La Russia è rappresentata da due gemelle bionde coi capelli intrecciati assieme che poco a poco si sciolgono, sembra una pubblicità di Pantene.
b) La concorrente della Moldavia pare sempre sul punto di dire “Io ti spiezzo in due” ed è vestita come una comparsa di Xena, oltre ad essere circondata da quattro ballerini vestiti color carne che si agitano e roteano follemente.
ukrainec) La tipa ucraina è un zinzinino vistosa ma la coreografia le ruba prepotentemente la scena per mano dell’Uomo Criceto (così battezzato da Caterpillar); trattasi di un individuo che, per motivi che ci sfuggono, corre all'interno di una ruota gigante e ovviamente nessuno ti si fila mentre canti se dietro di te c’è quest’uomo che rotola furiosamente, l’unico modo per batterlo sarebbe farti esplodere.
d) Dall’Islanda arrivano i Pollaponk, un gruppo coloratissimo che evidentemente non ha pagato il pizzo alla regia perché le loro inquadrature sono totalmente insensate, mentre subito dopo alla tipa dell’Azerbaijan con la sua trapezista lassù per aria fanno delle gran inquadrature ad effetto.
imagese) Susy del Portogallo si presenta con un body color carne e rosso fuoco che la fa sembrare una pattinatrice olimpica. Enormi tamburoni alle sue spalle, ballerini con canotta a rete e percussionista ossigenato, a torso nudo e tatuato ovunque. Una cosina raffinata.
f) Dall’Olanda arriva un duo che secondo quelli di Caterpillar è troppo ricercato; sicuramente arrivando dopo il percussionista a torso nudo chiunque sembrerebbe un lord inglese. Si mormora e tweetta che il pezzo sia un plagio di every breath you take; come in ogni concorso che si rispetti, l’ombra dello scandalo è sempre in agguato.
g) Arriva il concorrente dell’Ungheria accompagnato dalla presentazione esperta di quelli di Caterpillar: un bonazzo mica da ridere.
Uno degli aspetti che ho apprezzato di più in questo concorso è stato l’assenza degli interminabili siparietti con i vip tra una canzone e l’altra (vedi San Remo), la musica (bella o brutta) era sempre al centro della scena. Quelli di Caterpillar celebravano il fatto che la presentatrice non sparisse ogni tre minuti a cambiarsi l’abito (vedi sempre San Remo) però in questo caso, vista la coccardona che la tipa aveva su una spalla, forse UN cambio l’avremmo apprezzato.
Il più frequente visitatore della serata è stato l’effetto vento, che ha fatto la sua comparsa in quasi tutte le performance; confesso che in alcuni casi l’avremmo preferito molto più forte, tipo Bora, avrebbe liberato il palco più in fretta.

P.S. Alla fine della fiera confesso che mi sono divertita un sacco: più Eurovision per tutti!

P.P.S. Questo articolo è stato scritto per la mia rubrica L'angolo dell'Estrema Riluttanza su Stonehand Express

domenica 4 maggio 2014

Capitan Findus e la maledizione dei titoli di coda

Giovedì primo maggio, dopo una rapida visita alle nipoti che giocavano in mutande al Festival degli Aquiloni a Cervia e un'altrettanta rapida fuga di fronte alla marea umana che stava calando sulla spiaggia, abbiamo deciso di concludere il pomeriggio al cinema.
Era da un po' che Enrico voleva vedere Capitan America 2 ma, onestamente, io di andare a al cinema e dilapidare 8 euri per vedere Big Jim col frisbee non avevo una gran voglia, quindi abbiamo raggiunto un onorevole compromesso, saremmo andati a vederlo in seconda visone alla modica cifra di 3,5 euri al cinema di Gambettola (e Bosch per gli oriundi).
Il cinema in questione è una di quelle vecchie sale di provincia di una volta (debitamente ristrutturata anni fa) però vanta alcuni notevoli vantaggi rispetto alle più moderne controparti, primo fra tutti il fatto di aver dimezzato il numero di posti eliminando una fila ogni due e garantendo così allo spettatore lungo-giuntato la possibilità di allungare le gambe all'infinito senza dare ginocchiate sul sedile davanti. Aggiungete il fatto che i 4,5 euri risparmiati sul biglietto si possono alla bisogna investire in loverie (liqurizie, patatine, semi di zucca ecc) e avrete praticamente la perfezione fatta cinema, almeno per me che i film in 3D non li posso guardare perché dopo un po' mi viene mal di testa.
Arrivati a Gambettola abbiamo parcheggiato lungo il corso e girato immediatamente la prua verso la multisala Abbondanza; mentre passeggiavamo godendo di una parentesi di sole in una settimana di tempo pessimo, abbiamo notato i nuovi lampioni istallati dall'amministrazione comunale, tutti provvisti di simpatici altoparlanti che diffondevano musica lungo il corso, una lodevole iniziativa se non fosse che la musica diffusa era quella roba unz unz più adatta a una discoteca alle ore piccole che a un corso di paese in un pomeriggio assolato. Vabbè, paese che vai...
Arrivati al cinema in perfetto orario siamo però stati costretti a un'attesa di dieci minuti nell'atrio perché il film, oltre a essere lunghissimo, arrivava pure corredato da una delle solite sigle di chiusura della Marvel in cui dopo un miglio e mezzo di nomi che scorrono sullo schermo, ti compare a sorpresa una scena conclusiva. 
Le prime volte quella scena non la vedeva nessuno, adesso invece si sa e quindi i più tenaci tra gli spettatori aspettano con pazienza che sia passato sullo schermo anche il nome della cartomante del tizio che portava il pranzo al regista, solo per vedere quest'ultima scena che spesso ti porta a riflettere sul fatto che quei dieci minuti che hai sprecato ad aspettarla non te li ridà nessuno e alla tua età su queste cose c'è poco da scherzare.
Alla fine se dio vuole ci siamo seduti e, com'era da aspettarsi in un giorno festivo alle 16.50, dietro di noi si è posizionata una famiglia con non uno ma due bambini, uno dei quali ogni volta che qualcuno nel film si menava (e trattandosi di un film di supereroi c'era quasi sempre qualcuno che si menava) faceva suoni onomatopeici tipo BAM! PIM! e via dicendo, più che un film pareva un videogioco. 
Non si faceva neppure mancare le interazioni con gli attori, quando Big Jim e la Gigina arrivano in un sotterraneo buio seguendo un segnale e Big Jim deluso sbotta "questa è una sala di 50 anni fa, il segnale non può essere venuto da qui!" il nostro piccolo eroe ha gridato "E invece sì!"
Poi, per carità, aveva anche ragione.
Un'ultima chicca tra le varie del pomeriggio: Robert Redford  incontra Samuel Jackson e i due, amici di vecchia data, si stringono la mano; in quel mentre sento una vocina alle mie spalle "Ma sono fratelli?"
Confesso che il film per me è stato di una noia mortale e i commenti del mio vicino di dietro sono stati provvidenziali fonti d'ilarità che mi hanno aiutato a far passare quelle due ore di botte da orbi, lanci di frisbee e mono-espressioni che fanno pensare che forse Capitan Findus non avevano mica finito di scongelarlo...
Almeno Clint Eastwood di espressioni ne aveva due.



P.S. Per un'ulteriore recensione del film in questione vi consiglio quella del prode Farnedi seduto accanto a me: