giovedì 18 settembre 2014

Torbide passioni in ufficio

La perla di oggi proviene dal numero di settembre di Glamour, trattasi di un servizio fotografico intitolato In ufficio con fantasia
Dopo un paio di foto con chignon e pose improbabili ma tutto sommato innocue, ti trovi di fronte a questo bel lavorino qui: il tuo primo pensiero è questa è truccata da comparsa di Star Trek ma i trucchi insensati sono troppo frequenti per meritare più di un'alzata di spalle e un sospiro, quello che in realtà ti inchioda all'immagine è l'espressione di assoluta estasi della tizia in questione perché, non so voi ma io quando lecco un francobollo di solito ho un'espressione inequivocabilmente schifata, la colla ha un sapore tremendo, di quelli che solo si giustificano nelle medicine di assoluta necessità.
Dovendo fare un'ipotesi, la più accreditata è che si sia preso un po' troppo sul serio il concetto di fantasia del titolo e quel francobollo celi probabilmente una generosa dose di LSD o affini.

Questo almeno era ciò che avevo pensato dopo aver dato una fugace occhiata alla foto in questione ma un'analisi più attenta mi ha portato in tutt'altra direzione. Per chiarirvi la situazione, qui sotto trovate uno zoom su un dettaglio che a mio avviso cambia completamente l'interpretazione della scena: sul francobollo in questione c'è disegnato un, come potremmo definirlo, culo maschile con sotto una faccia.
Ora, non so come vadano le cose al'estero ma qui da noi non è che i francobolli con le chiappe al vento siano così frequenti quindi devono proprio averlo scelto apposta. Bene ma, apposta per cosa? Perché se questo è andare in ufficio con fantasia....

venerdì 5 settembre 2014

Le vacanze, la fine del mondo e l'Ortrugo

Vediamo un po', come sono andate le vacanze quest'anno? 
Se dovessi dare un voto direi malino più.
Da una parte il fatto che non ci fosse quel caldo torrido che ti fa precipitare la pressione riducendo la tua vitalità a quella di uno straccio bagnato è stato molto apprezzato, dall'altra parte però questo tempo britannico (che ogni dieci minuti cambia e spesso e volentieri piove), ha fatto saltare parecchi eventi e provocato nella sottoscritta uno stato quasi costante di raffreddore.
In realtà il voto sarebbe molto più basso se non fosse per una breve parentesi dal 12 al 16 agosto che mi ha rimesso in pace col mondo; non potendo riassumere in poche righe sei giorni di felicità, mi limito a qualche significativo dettaglio.
In data dodici agosto io e Rico abbiamo infilato due trolley nella fedele Fiesta, acceso il navigatore e puntato la prua verso Artò (lago d'Orta) che abbiamo raggiunto sotto l'immancabile pioggerella rompiballe.
Ad accoglierci la Paola, Mauro, l'Eleonora e Giuseppe che hanno visto arrivare contemporaneamente noi e il maltempo ma, da ospiti impeccabili quali sono, hanno fatto finta di niente. 
Dalla Magna Romagna noi giungevamo carichi di salumi e formaggi tipici ma soprattutto di un dono
che non vedevamo l'ora di scartare: il gioco da tavolo di Beautiful, versione degli anni 90, ritrovato per caso (e in perfette condizioni) in un mercatino dell'usato.
Detto gioco ci ha fornito parecchi momenti indimenticabili e insegnato molto, ad esempio l'altezza massima per un centrotavola e il fatto che Brooke, dopo il divorzio da Ridge (non sappiamo quale dei tanti), era andata a consolarsi a Parigi dalla madre. Mi tocca anche ammettere che alla fine ha vinto Farnedi, mannaggia.
Ovviamente io ho battezzato subito la casa ospitante andando a sfracellarmi giù per la scala di legno (scala di legno e calzini: la ricetta perfetta per il disastro) ma per il resto la magione non ha subito grandi danni. 
Durante il nostro soggiorno, oltre agli ospiti umani abbiamo fatto la conoscenza di Stella, una veneranda barboncina color latte il cui sguardo mi ricordava parecchio quello della Duquesa de Alba.
Non riesco immaginare un risveglio migliore di quello del primo giorno, provocato dall'odore dei pancake con cui la Paola, cuoca sopraffina e instancabile, ci ha viziato in più di un'occasione. 
Al gruppo si sono presto aggiunte la Camilla e la Serena e anche loro erano della partita quando siamo saliti fino al bar di Artò per provare l'Ortrugo, un vino bianco locale che va giù che è una bellezza e si è presto trasformato nel tormentone della vacanza, anche grazie a personaggi come il Mez, così ribattezzato per la sua propensione ai mezzi litri di, appunto, Ortrugo. La festa che ne è nata quella sera rimarrà per parecchio nei miei ricordi, non ultimo la macchina del caffè il cui getto di vapore è stato trasformato, con l'aiuto di un piattino, in una vera e propria macchina del fumo. 
Approfittando di una mia momentanea distrazione Farnedi mi ha suggerito di accendere il fon mentre ero scalza sul pavimento bagnato del bagno, un chiaro tentativo di farmi fuori con la scusa dell'incidente domestico ma la Paola l'ha sentito e gli è andata male. Per ore la canzone del Quartetto Cetra mi è risuonata nelle orecchie.

Vedo che la cosa si allunga quindi mi avvio a concludere, senza però dimenticare la band Lino e i nevrotici, il palo da pole dancela Festa dello Scalpellino di Artò, i 13° del 16 agosto, il gelato gusto Viagra, il tiro con l'arco, le amiche svizzere, la stinca nel budino, Giuseppe e le sue tasse, Remail e  Giorgio Mastrota, il panno puliocchiali dei cinesi e l'Ortrugo, sempre e comunque l'Ortrugo. Viva l'estate.

Una delle ultime sere, mentre Rico suonava l'ukulele, ho riconosciuto Noches de Boda di Joaquín Sabina, una delle mie canzoni preferite; nel testo della canzone a un certo punto si legge: que el fin del mundo te pille bailando. Ecco, non ho potuto fare a meno di pensare che se in quel momento fosse arrivata davvero la fine del mondo, è così che ci avrebbe sorpresi, ballando.




P.S. Indimenticabile la gelateria sul lago d'Orta che aveva il gusto Annibale, così battezzato in onore a un ortopedico milanese.


P.P.S. Questo articolo è stato scritto per la mia rubrica L'angolo dell'Estrema Riluttanza su Stonehand Express