domenica 23 agosto 2015

Quando serve, le penisole si saltano

E' bello rendersi conto che anni di duro lavoro cominciano a dare finalmente i loro frutti, da qualche tempo a questa parte avete cominciato a mandarmi immagini assurde da commentare; di fronte a una fotografia inspiegabile e spesso insensata, voi pensate a me.
Forse un bravo psichiatra si porrebbe delle domande, io preferisco gioire del fatto che esiste una tribù che sceglie di seppellire certe immagini sotto una valanga di risate (vedi Le lotte femminili non finiscono mai).
In questo caso il contributo arriva da mia sorella e lo potete vedere qui sotto in tutto il suo splendore.
Bypassiamo le considerazioni ovvie sul trito e ritrito binomio auto-donna seminuda e concentriamoci sul resto: in questa cucina c'è una donna in camicetta, perizoma e tacchi a spillo che sta facendo...cosa? Le ipotesi sono molteplici, suponiamo che il nostro donnino, Jennifer, si stesse preparando per una serata ad alto tasso di erotismo (vedi tacchi a spillo, mutande infilate su per il sedere, familiarmente note come perizoma, nonché camicia trasparente) quando:

a) si è infrittellata il davanti della camicetta (le è caduto del fondotinta fluido) e ora cerca disperatamente di avvicinarsi al lavello per sciacquare via l'onta; la poverina non sa che l'acqua otterrà l'unico effetto di espandere ulteriormente la frittella (notoriamente acqua e olio non legano).
b) le viene in mente che la sua prossima gara di corsa a ostacoli non è poi tanto lontana e gli allenamenti non si possono proprio saltare! Sta tentando di capire se la penisola ha l'altezza gusta per servire da ostacolo di prova, un po' come fare la cyclette in casa;
c) si accorge che la depilazione della sua zona bikini (anche nota come la zona tra il corpo e la coscia) lascia parecchio a desiderare e, essendo ormai buio, l'unico modo per porvi rimedio è servirsi dell'illuminazione da sala chirugica che l'architetto le ha messo in cucina (finalmente serve a qualcosa).
d) oggi pomeriggio ha un addio al celibato ma non è sicura di riuscire a uscire dalla torta senza sporcarsi di panna quindi sta misurando il suo stacco di gamba per decidere se portarsi un panchetto (con quei tacchi fortemente sconsigliato);
e) la nostra Jennifer è una che, mentre legge, ama fare stretching (le famose donne multitasking);

Bene, le ipotesi a vostra disposizione sono varie, siete liberi di scegliere quella che preferite; l'unica cosa che ci resta ancora da capire (accetto suggerimenti) è: quale tunnel spazio-temporale hanno usato per riportare dal Medio Evo il geniale pubblicitario che ha ideato questo gioiello?



venerdì 7 agosto 2015

Oltremare con Estrema Riluttanza n. 5 - Autobus, autobus delle mie brame


Dopo due lunghe settimane a spasso per Londra con i boccia, torno in Italia, tocco terra e riparto per Malta, nuovo giro, nuova corsa (e nuovo gruppo).
Questa volta niente campus, alloggiamo in albergo, ho una camera grande con bagno e sarei una persona felice se non fosse che l'aria condizionata non dà segno di vita e in un'isola dove la temperatura raggiunge allegramente i 40 gradi (causa umidità saliamo a 43), ciò equivale a un suicidio programmato.
Dopo la prima notte insonne ho avuto un franco scambo di vedute con la reception e quelli della manutenzione si sono dati subito da fare, peccato che al momento in camera continui a esserci l'Africa ma almeno di notte un refolo di aria mi permette di dormire.
Le cose qui sono molto diverse da Londra: si mangia meglio (non era difficile) e usare i mezzi pubblici è fuori discussione, per cui per le nostre attività dipendiamo interamente dai pullman privati e dalla loro proverbiale puntualità: forza e coraggio!

Cambiamo spesso pullman o autista, quindi in "zona guida" si vede un po' di tutto, dalle cose più assurde appese a fianco dell'autista (cd, enormi peluche, collane di Abre Magique ecc)  o inchiodate (statue di madonne, alberi di natale ecc) fino all'inspiegabile pellicciotto tipo Mocio Vileda (vedi foto) che quest'uomo tiene appoggiato al cruscotto dell'autobus (fuori ci sono 33 gradi). Se avete una spiegazione sono tutta orecchi.
Nel corso di due settimane se ne sono viste veramente di tutti i colori:
- saliamo sul bus e ci accorgiamo che piove sui sedili (e sul volante dell'autista che è a rischio folgorazione) perché il sistema dell'aria condizionata perde; ovviamente ci lamentiamo tutti a gran voce (salute e sicurezza non pervenute) e il cielo implacabile ci punisce: sul bus successivo l'aria condizionata è rotta quindi si va con la portiera del bus aperta x arieggiare, chi osa lamentarsi vola fuori dal bus. A volte la migliore musica è il silenzio.
In un altro caso il nostro bus non arriva proprio, davanti all'albergo ce ne sarebbe uno ma sul vetro c'è un foglio con scritta una destinazione diversa; dopo mezz'ora di attesa e millemila telefonate scopriremo che quello è effettivamente il nostro pullman ma il conducente ha lasciato il cartello con la destinazione precedente. 
L'autista deve trasportare un altro gruppo dopo di noi quindi ci chiede di partire 15 min prima dell'orario stabilito ma per noi non è possibile (se dico ai boccia che devono alzarsi 15 minuti prima mi scuoiano e usano la mia pelle per rilegare il libro di testo), però gli garantiamo che saremo pronti a partire alle 8.30 spaccate, peccato che, una volta trascinati tutti i boccia nella hall a suon di maledizioni, il bus arrivi solo alle 8.40.
Concludo la panoramica trasporti con l'autsta ciarliero che mi attacca una gran pezza mentre guida; peccato che su quell'autobus non ci sia l'aria condizionata e quindi i finestrini sono tutti spalancati per cui mi trovo a dover rispondere a domande che non sento e a commenti che volano fuori dal finestrino.
Lui però sembra contento, evidentemente ho un futuro come veggente.