venerdì 25 novembre 2016

Trasferte tra mammut, gatti e neonati grossi

Ho in programma una quattro giorni in Toscana ma prima devo arrivarci e, con le condizioni meteo di questo periodo non è proprio così scontato.
Sfidando pioggia raffiche di vento e compagnia, arrivo in zona Firenze e quando ormai sto tirando un sospiro di sollievo mi trovo davanti un camion che trasporta tronchi, oltretutto con rimorchio.
Il mammut va a 30 km/h e, in quelle strade strette e piene di curve, è insorpassabile; la mia mezza età scivola via aspettando che le nostre strade si dividano.
Viste le lunghe distanze da percorrere, ho chiesto in prestito la macchina di Enrico che è a gpl (la macchina, non lui) ma, avendo scoperto che per fare rifornimento serve la presenza di un baldo operatore, vivo nel terrore di rimanere senza gas.
Poco prima di arrivare a destinazione comincio la ricerca di un punto rifornimento: passo diversi distributori che però non hanno il gpl, quando finalmente ne trovo uno sono le 19.05 e quindi gli addetti hanno già messo la giacca e chiuso il gabbiotto del distributore, li vedo allontanarsi e sembra mi salutino con la mano. Va là che un mese in miniera...
Sono ormai in prossimità di casa di Ilaria e vorrei avvisarla del mio arrivo ma, inspiegabilmente, il cellulare non si sblocca, striscio il dito sullo schermo ma lui non dà udienza.
Non è la prima volta che mi ritrovo con le dita talmente fredde che i sistemi che reagiscono al calore non si attivano, in passato rimasi bloccata e disperata nell'ascensore di casa Rinaldi; appoggiavo il dito sul numero ma l'ascensore non dava udienza. La cosa si risolse solo grazie a un vigoroso sfregamento delle mani sui pantaloni.
In questo caso però le mani sono calde, quindi non è colpa mia ma della stupida tecnologia. Mi rassegno e vado a cercare il campanello, sperando vivamente che funzioni perché ho appena fatto tre rampe di scale con:
- un trolley carico del necessario per un soggiorno di quattro giorni (utilissime le ruote quando ci sono le scale),
- la borsa porta-computer che pesa come un neonato grosso.
Rifarle non è un'opzione.
La mattina dopo mi trovo con Ilaria fuori dal palazzo del convegno a Colle di Val d'Elsa, il panorama è stupendo ed è pure uscito il sole ma la gioia dura poco, scopriamo che la sala convegni si trova due piani sottoterra e, una volta raggiunta la grotta tramite ascensore, precipitiamo nell'Era Glaciale, il riscaldamento è spento.
Ci chiudiamo in cabina di traduzione, stringendoci nel cappotto e confidando nel cosiddetto "effetto-asino-bue" per scaldare l'interno, se poi finisce l'ossigeno, pazienza, sarà una dolce morte.
Sopravviviamo fino alla pausa caffè e risaliamo in superficie a prendere un po' d'aria e di sole (il sole scalda, almeno lui), quand'ecco arrivare un tizio alla guida del solito SUV obeso (il SUV, non lui); l'individuo in questione vuole per forza infilarsi nel parcheggio, anche se non ci sono posti liberi.
Deciso a non lasciarsi scoraggiare dalle leggi della fisica e del buon senso, l'uomo si lancia in una serie di manovre degne di Austin Powers con la macchinina del golf e alla fine riesce a infilarsi con la macchina ma non ci vuole un genio a capire che non può lasciarla lì, è insensato, ha bloccato tutte le altre macchine!
Lo splendido però non si lascia turbare da queste plebee considerazioni, molla il SUV ed entra nell'edificio. La tentazione di dire qualcosa è forte ma, pensandoci bene, uno che ha fatto un lavoro così non può essere del tutto a posto con la testa quindi, onde evitare una coltellata, riprendiamo il nostro ascensore per l'inferno e torniamo al lavoro; alle 13 si conclude la mattinata di lavoro e ci buttiamo letteralmente verso il buffet, il freddo mette appetito.
Peccato che il pranzo non sia pronto perché, ci dicono, il camioncino non riesce a raggiungere la sala, essendo l'entrata bloccata da un SUV.
Ovviamente il gigino responsabile si guarda bene dall'andare a spostare l'obeso mezzo, immagino per paura di un meritato linciaggio (la folla affamata non usa guanti bianchi) e, purtroppo, quando lo splendido mi è passato di fianco io avevo il sole in faccia quindi non potrei riconoscerlo e smascherarlo, posso solo mangiarmi le mani e maledirlo in silenzio.
Finito il primo convegno parto per la destinazione del lavoro successivo e mi trovo in un bed and breakfast decisamente insolito; il gestore è un ragazzo giovane che l'ha messo in piedi da zero e si occupa di tutto da solo quindi a volte mancano la carta igienica in bagno, le grucce nell'armadio, la tapparella non scende, però ogni volta che gli chiedi aiuto lui si fa in quattro e gli si perdona molto, soprattutto perché per due giorni consecutivi a colazione mi ha preparato i pancake.
La legge di Murphy (Sorridi, domani sarà peggio) si rivela ancora una volta esatta: dopo essermi lamentata del freddo di Colle di Val d'Elsa, scopro che l'ultimo convegno è in un albergo per cui in sala c'è un bel teporino, però il cliente per risparmiare non ha messo la cabina quindi ci tocca tradurre esposte a tutti i rumori possibili, incluso quello che produce la griglia metallica del parcheggio vibrando ogni volta che una macchina ci passa sopra.
Il tutto aggravato da un relatore francese che parla un inglese, diciamo parallelo (es. lui vorrebbe dire cut-tagliare ma pronuncia cat-gatto e questa è la più inoffensiva del mucchio).
Quando finalmente esco dall'albergo, sulle spalle sento chiaramente tutti e quattro i giorni di questo tour toscano, però fuori c'è un bel sole e sono le 17, se parto subito dovrei riuscire a evitare il traffico spaventoso della Firenze Bologna e arrivare a casa prima di cena, questo sì, SUV obesi permettendo.






lunedì 7 novembre 2016

L'ascia o raddoppia

Siate sinceri, non avreste anche voi la stessa espressione se vi avessero rifilato dei vestiti così?
Anche se fai la modella di mestiere, qui non c'è bolletta da pagare che tenga.


Oltretutto è solo l'inizio.

Lì per lì guardi la giacca e la gonna e pensi che in fondo poteva andare peggio.
Poi va peggio.

Chi non vorrebbe avere degli scaldamuscoli fucsia che si saldano agli stivaletti tramite laccetti in pelle?
La stilista potrebbe essere Xena, l'atmosfera è quella.



Un comico qualche tempo fa disse: "se le fragole sono buone e la maionese è buona, non è detto che le fragole con la maionese siano buone."

Sante, santissime parole.
Per concludere, ammiro il coraggio del fotografo che ha fatto sistemare la modella vicino all'ascia e poi le ha scattato la foto, io nei suoi panni non sarei rimasta nelle vicinanze.