venerdì 24 ottobre 2014

Faenza Faenza, stazione di Faenza!

E finalmente eccomi di ritorno dopo un mese di lavoro, matto e disperatissimo, che mi ha costretto a
infiniti spostamenti in treno, autobus, macchina. Per fortuna, nel corso di questi lunghi viaggi ho spesso goduto della preziosa compagnia dell'umanità di turno e devo dire che, nonostante mi abbia indubbiamente intrattenuto, sono sempre più evidenti i segni di un inarrestabile declino della specie.
Posso citare ad esempio la famigliola in gita domenicale sulla linea Faenza-Firenze:
- figli non pervenuti in quanto attaccati a giochini vari (unica eccezione l'inevitabile litigio per l'Ipad), oppure al cellulare nella vana speranza che ci sia campo,
- padre sofferente perché gli è toccato andare in gita proprio la domenica in cui ci sono il calcio e il moto GP; è in astinenza da schermo/divano e non è ancora riuscito a sapere i risultati perché non c'è campo, prova continuamente ma il telefono risponde picche,
- madre ossessionata dalla cena serale inizia a rompere le balle al marito (e a tutti noi intorno) non appena il treno parte e continua per due ore due, ignorando completamente la proposta cotolette avanzata dal resto della famiglia, solo perché lei vuole ordinare la pizza, peccato che non sappia né il numero della pizzeria né l'indirizzo del luogo ove passar a ritirare l'ordine e, soprattutto, non possa comunque telefonare perché NON C'E' CAMPO.
Confesso che l'annuncio siamo in arrivo alla stazione di Faenza è stato salutato con grande entusiasmo/sollievo dalla sottoscritta (e sospetto anche da altri).

In un'altra occasione sempre sulla stessa tratta mi sono imbattuta in un gruppo di signore di una certa età che erano di ritorno da una gita a Faenza; il solo fatto di dover decidere dove sedersi le ha gettate nel panico più assoluto, sono andate avanti e indietro per il treno almeno tre volte alla ricerca del posto più adatto e alla fine, dio solo sa perché, si sono sedute nei miei paraggi.
Nelle due ore seguenti la conversazione ha seguito un percorso tutto sommato piuttosto lineare: sono partite ciascuna raccontando le proprie precedenti esperienze di viaggio, poi però la gita ancora in corso ha preso il sopravvento e si sono lanciate in una recensione della trattoria dove avevano consumato il pranzo, ripercorrendo fedelmente ogni opzione del menu. Unanime la condanna della panna come condimento per la pasta in quanto attentato alla linea, alla salute (il colesterolo!) e alla società nel suo complesso; da lì sono passate a una dettagliata descrizione degli acciacchi di ognuna e poi, come se fosse la cosa più normale del mondo, è iniziato un elenco infinito di conoscenti con malattie gravissime, elenco che non poteva che confluire in una panoramica dei decessi più recenti, inclusi diagnosi, cure seguite e pareri circa la competenza dei medici.
Io all'inizio tentavo disperatamente di distrarmi leggendo un libro ma alla fine ho capitolato, ho chiuso il volume e mi sono goduta lo spettacolo (la parte malattie e decessi un po' meno).

Sono queste le cose che mi tornano in mente quando, raggiunta finalmente la sede del convegno in
cui lavoro, entro in cabina di traduzione, chiudo la porta e mi siedo con un sospiro di sollievo: ce l'ho fatta anche questa volta (senza picchiare nessuno) e adesso, almeno per qualche ora, l'umanità se ne resti di là dal vetro.

mercoledì 1 ottobre 2014

L'urlo di Remail terrorizza l'Occidente

Essendo questo un blog dinamico e di mezza età, mi pare venuto il momento di analizzare un fenomeno contemporaneo che sta lasciando senza parole più di un intellettuale: l'onnipresente pubblicità delle docce REMAIL, le cui televendite dilagano su ogni canale possibile e immaginabile.
Lo spot a cui alludo sta allegramente sgardellandoci gli zebedei da diversi mesi: tu te ne stai seduta sul divano a goderti le sane idiozie di quelli di Biutiful e all'improvviso il programma s'interrompe e ti trovi faccia a faccia con Giorgio Mastrota e una tipa  bionda non meglio identificata.
I due soggetti, urlando alla stregua di un pescivendolo che deve dare via l'ultima cassetta di sardoncini, cercano in ogni modo di convincerti a sbarazzarti della tua vecchia, obsoleta vasca da bagno e sostituirla con una nuova trendissima doccia con pareti in cristallo.
Dopo le prime venti-trenta volte, qualcuno comincia ad averne piene le tasche e, come spesso accade in questi casi, di fronte a una palese violazione dei suoi fondamentali diritti di spettatore, reagisce con l'unica arma a sua disposizione: la presa in giro.
Ecco quindi spuntare su Facebook vere e proprie pagine di protesta che propongono di murare Mastrota nella doccia Remail.
In questo caso però mi pare corretto sottolineare che, nonostante a rompere le balle siano in due, misteriosamente la tipa bionda evita la furia del pubblico, furia che invece si abbatte senza pietà sul povero Giorgio. La vita è matrigna.
E comunque, per tornare a Remail e alle sue benedette docce, suggerisco caldamente di riflettere sul fatto che quelle pareti di cristallo senza fine saranno presto coperte di calcare e quindi assai poco fighe.
In alternativa potete passare gli anni che vi restano con un panno in mano. A voi la scelta.

P.S. ...REMAIL!!!!!!