mercoledì 20 novembre 2013

Dalla padella nella brace

"Sei venuta in macchina?"
Quando a farti una domanda del genere è l'oculista durante un controllo della vista, lì per lì non è che reagisci proprio bene; invece poi basta un secondo e tutto torna alla normalità quando realizzi che l'uomo vuole solo metterti le gocce che dilatano le pupille per controllare il fondo dell'occhio e, giustamente, si preoccupa della sicurezza tua e degli altri.
Oggi è uno di quei giorni che quando suona la sveglia vorresti spegnerla, tirare due madonne e girarti dall'altra parte; peccato che io le madonne non le tiri, quindi posso solo accontentarmi di un lugubre lamento. Dopo mesi di scuse e rinvii, stamattina mi tocca la visita oculistica e poi oggi pomeriggio ho la seduta dall'estetista.
Sparatemi subito e facciamola finita.
Fortunatamente dal dottore mi ha portato Rico quindi affronto baldanzosa la prova gocce anche perché, a parte un leggero bruciore, non hanno sul momento particolari controindicazioni; in compenso dopo un po'
comincio a vedere sempre più confuso e alla fine darei dei punti a Mr Magoo.
Superato brillantemente il controllo (nel senso che sono cecata esattamente come prima) saluto e faccio per uscire; questo è il momento più delicato per chi come me è parte vampiro e  normalmente ha con la luce del sole un rapporto difficile, figuriamoci in pieno giorno e con le pupille a padella...
Con l'aiuto del baldo Farnedi che mi fa da badante arrivo incolume a casa e collasso sul divano, consolandomi al pensiero che tanto tra un paio d'ore sarà tutto finito. Trascorso quel famoso paio d'ore però la pupilla è ancora padellatissima e a questo punto si pone un dilemma: qualche giorno fa ho preso il coraggio a due mani e chiamato l'estetista per prenotare la pulizia del viso che mia mamma mi aveva regalato per il mio compleanno (oltre un mese fa, si vede che non vedo l'ora?), che faccio? L'appuntamento in questione è alle 15.30 ma mica posso uscire così padellata! E se mi ferma una pattuglia per un controllo? Penseranno che sono drogata, mi vedo già in manette. Alla fine decido di andare (molto piano) e, in effetti vedere vedo, son solo i contorni che sono confusi...
Arrivo al centro estetico (come sono tecnica, si vede che a suo tempo ho insegnato inglese nei corsi di formazione per estetiste) e scopro che l'estetista che lavorerà su di me è una mia ex studentessa; mi stendo sul lettino e mi preparato alla sofferenza.
Lei mi chiede quando ho fatto l'ultima pulizia del viso e sto fatto che ci conosciamo mi impedisce di mentire spudoratamente e uscirne con onore, quindi le confesso che l'ho fatta durante un viaggio in Thailandia, sarà cinque o sei anni fa. Lei ride, probabilmente è sotto shock. Inizia la pulizia e parte il seguente dialogo:
Lei: "Ti depilo le sopracciglia?"
Io (poco convinta): "Ok"
Lei:"Uso la cera?"
Risposta che mi verrebbe spontanea:"Boh, io cosa ne so?"
Risposta vera: "Va bene, proviamo"
Ecco, adesso che abbiamo provato, direi che sono a posto con la ceretta alle sopracciglia più o meno fino alla fine dell'eternità. Strapparsi peli sopra gli occhi, magari anche no.
Per fortuna, alla proposta "Ti faccio i baffetti?" avevo già opposto un fermo rifiuto, memore di precedenti esperienze: anni fa le studentesse del corso mi tesero un agguato, chiedendomi di prestarmi per farle impratichire con la pulizia del viso e poi, una volta distesa sul lettino, mi dissero "Prof, con quei baffi non possiamo mica farti uscire!" e mi cerettarono il labbro superiore senza alcuna pietà. Detto labbro superiore protestò contro l'aggressione arrossandosi violentemente, al che mi cosparsero l'area di crema lenitiva di
colore verde per cui alla fine i baffi li avevo comunque, oltretutto color prato.
Una volta superato il cerato scoglio, la cosa è andata avanti e, se escludiamo il momento dello strizzamento dei punti neri, che lo passi domandandoti perché mai questa persona ti odi, la pulizia è stata piacevole, mi hanno massaggiato la faccia, spalmato una maschera che odorava di yogurt ai frutti di bosco e sono rimasta per un po' sul lettino a rilassarmi ascoltando le conversazioni in corso nelle altre salette, tutto sommato poteva andare peggio.
Oggi è stato uno di quei giorni che quando suona la sveglia vorresti spegnerla, tirare due madonne e girarti dall'altra parte e, considerato che alle 10 di sera si nota ancora un parziale padellamento, forse non sarebbe stata proprio una cattiva idea.

Nessun commento:

Posta un commento