1) entri, ordini da bere (hanno la cocacola, niente pepsi per fortuna) e ti siedi a un tavolo, dopo qualche minuto si spengono le luci e inizia il concerto. Mi correggo, si spengono alcune luci perché, per motivi inimmaginabili (ci saranno, senza dubbio, a me però sfuggono), c'è un faro tipo quelli per guidare i naviganti che qualche genio ha puntato sul pubblico invece che sul gruppo che sta suonando. In quel momento ti senti molto vicina a quei poveri polli allevati in batteria a cui lasciano sempre una lampadina accesa tentando di farli mangiare di più; guardandoti intorno ti salta all'occhio quel signore seduto davanti a te che, poco prima del concerto, ti avevano descritto come un frequentatore abituale del locale e dei suoi concerti. Quel signore con il suo cappellino con visiera ben calato in testa che a prima vista ti aveva fatto tenerezza e che ora invece riconosci per quello che è: la prova inconfutabile del fatto che l'occhio di bue in cui ti trovi non è il risultato di un pur comprensibile errore luci, ma di una sadica abitudine dei gestori. A saperlo prima ti spalmavi la crema solare.
2) questa volta il concerto è rock quindi non ci sono sedie, il posto non è enorme per cui siete tutti assiepati intorno al gruppo, come la banca Mediolanum. Inizia il concerto e dal palco parte una colonna di suono che è come se ti prendesse a randellate, non puoi vederlo ma i tuoi padiglioni auricolari sono già pieni di lividi; urli "Ma che cxxxo di volume hanno?!!!" a quello di fianco a te ma tanto nessuno può sentirti, i decibel sono talmente spallati che sono diventati centibel, millibel. Tu non puoi saperlo ma quella sera a cena il chitarrista ha scommesso che riuscirà a fare venire giù l'intonaco dai muri tutto da solo e, in effetti, sembra sulla buona strada.

P.S. Non essendo riuscita a trovare un’immagine soddisfacente per rappresentare il titolo, ho schiavizzato Farnedi facendo leva sulla sua compassione per la mia totale incapacità di tenere in mano una matita. Direi che mi è andata bene, mi sa che il pollo-disegno che vedete nell’articolo sarà il primo di una lunga serie.
P.P.S Questo articolo è stato scritto per la rubrica L'Angolo dell'Estrema Riluttanza su Stonehand Ex Press