L'appuntamento era in piazza a Macerata per un aperitivo e, su consiglio della Cesca che è del luogo, ci siamo fermati in un posticino che aveva i tavolini all'aperto; quando sono venuti a prendere l'ordinazione, non avevo voglia di starci a pensare tanto, sono andata sul sicuro chiedendo una cocacola; solo a quel punto la signora ci ha informati che eravamo seduti ai tavolini di un'enoteca dove la cocacola era bandita (solo quella, c'erano altre bibite scicchissime e aromi a profusione). Le decisioni affrettate non sono il mio forte, ma in fondo mica dovevo donare un rene, ho rotto gli indugi e scelto un'acqua tonica che mi hanno detto essere agli aromi del mediterraneo (olive? Pomodorini secchi? Origano? Sardine?) e che in effetti non era affatto male (mica capito che aromi ci fossero, però). Di lì a poco ci hanno raggiunto Lorenzo e l'Elisa e, dopo aver ritirato i biglietti, i musici se ne sono andati per la loro strada mentre noi, salutata Cesca, ci siamo spostate verso lo sferisterio; prima però ci siamo guardate intorno alla ricerca di qualcosa da mangiare perché i musici avrebbero avuto il loro vippissimo buffet ma noi della plebe mica potevamo stare senza cena!

A quell'ora era ancora giorno pieno quindi abbiamo consumato il nostro frugale pasto ammirando il tramonto e gli stormi di...robi pennuti che volavano sopra le nostre teste. Non azzardo alcuna ipotesi su cosa fossero, escludo giusto fenicotteri e dodo.
L'atmosfera era resa ancora più bucolica da una colonna sonora composta da suoni, come dire, naturali: fronde mosse dal vento, cinguettii, acqua che scorre, roba così; peccato che a intervalli regolari detti cinguettii si facessero sempre più forti, sempre più striduli, rendendo la citata atmosfera assai inquietante. Hitchcock avrebbe apprezzato.

Le maschere correvano a destra e a manca per sistemare tutti e, se da una parte non potevi fare a meno di ammirare il miracoloso equilibrio di quelle ragazze che riuscivano a spostarsi rapidissimamente sul ghiaino, pur indossando il tacco a spillo, dall'altra ti veniva da chiederti se tutti sti spilli fossero proprio necessari, se non sarebbe stato più prudente un sandalo, (se troppo plebeo, anche uno incrostato di piume o strass).
In più di un'occasione abbiamo osservato la maschera indicare i posti assegnati alle varie persone con l'ausilio di una pila; ahimè, il pur apprezzabile tentativo sarebbe risultato indubbiamente più efficace se solo fosse stato buio.
L'inizio dello spettacolo era previsto per le 21 ma ovviamente è slittato, e per fortuna, visto che la gente ha continuato ad arrivare anche a spettacolo iniziato, alcuni addirittura alle 21.40! E ovviamente questi galantuomini & gentili signore avevano i posti centrali, quelli che si deve alzare tutta la fila per farti passare. Li avranno maledetti fino alla settima generazione.
Alla fine se dio vuole lo show è iniziato e, la canzone scelta come sigla di apertura francamente mi ha spiazzato: a un festival che celebra la canzone d'autore italiana si accetta di tutto (de gustibus...) ma che almeno sia in italiano! La canzone in questione era in spagnolo, cantata da Mercedes Sosa. Immagino ci sarà stato un motivo ma noi da fuori non l'abbiamo proprio capito.
Ovviamente, trattandosi di un evento istituzionale, ci sono toccati sindaco e assessore alla pesca con i loro discorsi ufficiali (mi sembrava di stare lavorando) e alcuni vipsss seduti tra il pubblico con cui Frizzi (presentatore ufficiale della serata) chiacchierava amabilmente a intervalli regolari. Momento di comicità involontaria mentre Frizzi parlava col sindaco: si avvicina il fotografo per le foto di rito ma il povero non si accorge di trovarsi esattamente davanti alla telecamera collegata ai tre maxi schermi per cui in video ci appaiono Frizzi da una parte, il sindaco dall'altra, e in mezzo il fotografo che sembrava scattasse una foto a noi del pubblico. Cheese!
I quattro artisti in gara si sono succeduti nell'ordine prestabilito, una canzone per uno, breve intervista e via; subito dopo è arrivata Noemi e ha cantato una canzone che ci ha rivelato essere stata composta da due bravissimi cantautori; peccato che si sia dimenticata di farne i nomi, costringendo Frizzi un paio di minuti dopo a infilarli nel discorso un po' di contrabbando. Quando l'ho sentita dire "la seconda canzone che canterò..." il mio primo pensiero è stato Oh, perché lei non ne canta una sola come gli altri? , evidentemente mi ero fatta coinvolgere un po' troppo dalla gara.
Nella seconda parte della serata è salito sul palco Francesco De Gregori per un mini concerto, concerto che ha concluso con (tra le altre) un'insolita versione di Rimmel con protagonista un'ukulele. La scelta del ritmo secondo me non è stata proprio felice, m'è parso un po' troppo vivace e allegro, non certo in tono con il testo malinconico della canzone. Ovviamente qualcuno mi ucciderà per quanto detto ma, cosa volete, voglio una vita spericolata.
Interrompiamo brevemente il resoconto per un dettaglio fashion: al momento di fare la borsa mi era stato detto di portarmi un giubbotto perché a Macerata la sera faceva freschino ma, la mattina della partenza, per motivi che non illustro perché farei la figura della pipiloca, mi ero ridotta a dover fare la borsa in soli dieci minuti quindi al momento di prendere il giubbotto avevo all'incirca un nanosecondo e ho inevitabilmente afferrato la cosa a me più vicina per poi volare in stazione.

Quando ormai si cominciava a valutare la possibilità di una chiamata anonima con allarme bomba per porre termine forzatamente all'evento (erano le 00.30, mettetevi nei nostri panni e pensate a quelle sedie), dopo un'ultima performance di Enzo Avitabile, la serata si è finalmente conclusa, questo sì, senza troppe soddisfazioni per il Farnedi fan club. Ma, come ha scritto l'Alberta in un suo commento alla notizia su facebook: quel che non è, sarà.
P.S. Questo articolo è stato scritto per la rubrica L'Angolo dell'Estrema Riluttanza su Stonehand Ex Press
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