martedì 3 settembre 2013

Ferragosto sì ma in edizione limitata

Come ho già detto in altre occasioni, in quel della riviera romagnola siamo ormai rassegnati al fatto che ci sono periodi in cui tocca voltare le spalle alla terra natia, schifare il mare e cercare rifugio altrove. La settimana di ferragosto è uno di questi periodi.
Normalmente, nei due giorni che precedono e seguono ferragosto, per convincermi a uscire di casa per andare al mare dovrebbero bombardare casa mia e tutto l'entroterra per chilometri, in questo caso invece ho deciso di trasgredire il santo precetto, sfidare gli dei e osare l'impensabile: venerdì 16 agosto, in pieno ponte di ferragosto, ho preso lo scooter per andare a Valverde di Cesenatico.
La meta del mio breve viaggio era il bagno Bahamas dove, quella sera, il duo Formazione Minima (anche noto agli amici come i Lorenzi) si sarebbe esibito verso le 21.30 in uno spettacolo di teatro-canzone.
Riesaminando la situazione col senno di poi, mi rendo conto che nel corso della serata il cielo mi ha mandato diversi segnali (stai a casa!), in effetti me ne ha inviati a frotte ma, purtroppo, non me ne sono mai accorta. Facciamo qualche esempio:
1) sono nell'ingresso di casa poco prima della partenza: prendo la borsa, ci infilo la felpa e la sciarpina di sicurezza (abbiamo una certa età e con gli spifferi non si scherza), esco di casa, chiudo la porta, metto le chiavi di casa nella borsa, apro il bauletto dello scooter per estrarre il casco e metterci la borsa ma dentro invece del mio casco ci trovo quello di Farnedi. Mi maledico per non averci pensato, apro la borsa, estraggo le chiavi di casa, afferro il casco Farnedi, riapro la porta di casa, prendo il mio casco, appoggio l'altro sul mobile, esco e richiudo a chiave.
2) sbuffando mi metto la felpa e il casco e, proprio in quel momento mi viene in mente che il portafogli non è nella borsa come al solito, l'ho usato nel pomeriggio per un acquisto online ed è quindi tuttora di sopra, in salotto; altre maledizioni, devo tornare a prenderlo ma non posso farlo messa così, suderei fino al midollo! Mi tolgo casco e felpa, riapro il bauletto, dove nel frattempo avevo messo la borsa, e riparte la trafila chiavi-apri porta-vai in salotto-scendi. Una volta di sotto, accendo la luce dell'ingresso per controllare di avere almeno cinque euri nel portafogli ma mi sbaglio e accendo la luce fuori sotto il portico, per fortuna riesco comunque a scorgere dieci euri nella penombra, per stasera mi bastano, siamo a posto. Chiudo tutto, porta, borsa, bauletto, indosso felpa e casco e finalmente sfreccio via verso sabbiosi orizzonti.
3) mentre mi allontano a tutta velocità (ormai sono oltre il ritardo), con la coda dell'occhio registro qualcosa di strano, mi volto un secondo e...la luce del portico è accesa! Mi sono dimenticata di spegnerla, e ovviamente l'interruttore è dentro casa. Per un istante accarezzo la possibilità di fregarmene e andare via, dopotutto sono sicura che Farnedi, se gli dicessi che mi sono dimenticata la luce accesa per quattro ore, sarebbe più che comprensivo ma, essendo che io sono io, non resisto e torno indietro, meditando sul numero di capelli bianchi che mi regalerà la serata.

Come previsto, una volta giunta in zona Cesenatico, mi trovo a combattere con un traffico a dir poco folle: macchine che vanno ai due nella speranza (vana, però chi ha il coraggio di dirglielo?) di trovare un parcheggio sul lungomare, gente in bicicletta contromano e/o senza lume, carrozzelle/risciò condotti da cerebrolesi con un misteriosi andamenti slalomistici (che ci sia all'orizzonte una gincana  coi risciò di cui nessuno mi ha informata?), insomma, tutto il prevedibile repertorio dei vacanzieri di ferragosto.
Arrivo indenne in zona Valverde e, una volta raggiunto il Bagno Bahamas, inizia la ricerca di un parcheggio per lo scooter. Sì, lo so che potrei anche parcheggiare sul marciapiede come fanno molti ma l'esperienza insegna che, se solo mi azzardo a parcheggiare in divieto in una strada che appare completamente deserta, immediatamente esce da una finestra un vigile/ausiliario del traffico col blocchetto delle multe già sguainato, preferisco non correre rischi. Peccato però che a Valverde non sia ancora arrivata notizia dell'esistenza delle due ruote né, quindi, della necessità di moto-parcheggi; dopo aver percorso circa un chilometro di lungomare imprecando dietro a risciò e autobus, trovo finalmente un parcheggio per moto con ben tre-dico-tre posti, due dei quali già occupati. Sistemo il mio scooter, raggiungendo la quota massima di due- ruote permessa dalla zona, e mi avvio di buon passo verso il lontano Bagno Bahamas.
Quando finalmente arrivo in loco, la performance è ovviamente già in pieno svolgimento, quindi recupero una sedia e vado a sedermi al tavolo della Piraccini, scusandomi per il ritardo e chiedendo se hanno iniziato da molto; lei mi risponde che non lo sa perché, causa disguido fantozziano al chiosco della piadina è arrivata a concerto già iniziato (avevano ordinato i crescioni per tutti ma quando lei è passata a ritirarli, dopo ben 40 minuti di attesa, ha scoperto che questi avevano perso l'ordine e le è toccato aspettare ancora: in sostanza c'è voluto più di un'ora per avere tre crescioni e una piadina col prosciutto).
Al momento il vassoio incriminato giace intonso sul tavolo e la cosa in sé ha implicazioni che obbligano a una riflessione: da una parte significa che i due artisti in piena performance sono a stomaco vuoto da ore e, con l'appetito che si ritrova Gasperoni, temo che finisca col mangiarsi Bartolini facendo diventare ancor più minima la formazione (da i Lorenzi a il Lorenzo, riga), dall'altra implica che le signore hanno deciso di aspettare le loro metà e cenare insieme a fine concerto.
Provo a calarmi per un attimo nella medesima situazione: sono andata io dalla piadinaia a prendere le piadine per tutti, ho aspettato io un'ora lì da sola e alla fine mi tocca avere davanti agli occhi la mia cena per due ore senza poterla mangiare? Va là che non è vero!! Non ho mica ammazzato nessuno!!
Duole ammetterlo ma, tutto considerato, temo che mi beccherei un debito formativo in moglie.
Devo riconoscere però che le privazioni sembrano dare ulteriore slancio alla performance: un Bartolini scoppiettante divora un pezzo dopo l'altro mentre Gasperoni, senza mai perdere un colpo, sorseggia appena può la sua birra, probabilmente confidando che le calorie ivi contenute gli permetteranno di sopravvivere fino al termine del concerto senza fare vittime.
In questi casi le richieste di bis pesano come macigni su quegli stomaci vuoti ma i nostri, consapevoli di aver voluto la bicicletta dell'arte, fanno un ultimo sforzo e, seppur ostacolati da un venditore di rose che si piazza davanti al pubblico schiodando solo una volta venduto anche l'ultimo stelo, danno il tutto per tutto e ne escono vincitori.
Radunando le poche forze rimaste, i due eroi si siedono al tavolo sotto gli occhi preoccupati delle rispettive compagne, afferrano ciascuno un crescione e consumano il loro mesto pasto. Sono momenti difficili da ricordare, non c'è niente di più immangiabile di un crescione tenuto per due ore a contatto con l'umidità marina sembrano dire gli occhi dei nostri, forse solo la piadina col prosciutto cotto ribattono gli occhi della Piraccini, mentre ella mastica rassegnata la sua piadina. In effetti, per quanto deliziosi se consumati subito, il crescione o la piadina lasciati in balia dell'umidità marina si trasformano in un masgotto gommoso che ti fa sudare per mandarlo giù anche dopo averlo masticato a lungo.
Di fronte al dramma che si consuma a quel tavolo, dimentico per un attimo (ma solo per un attimo) le mie preoccupazioni, nello specifico il fatto che nonostante sia il 16 agosto è calato sulla riviera un freddo boia e io, che dispongo solo della misera felpa che indosso, dovrò affrontare i rigori di un viaggio di ritorno in scooter. Riflettendoci meglio però non posso che concludere che, in fondo, anch'io ho voluto la mia bicicletta, ora tocca pedalare.
Saluto tutti e mi avvio, sperando di riscaldarmi un po' nel chilometro di strada che mi separa dallo scooter e da quei tre parcheggi limited edition. 


P.SQuesto articolo è stato scritto per la rubrica L'Angolo dell'Estrema Riluttanza su Stonehand Ex Press


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